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Piero Pelù e il fango che ha travolto Sesto Fiorentino: «Lo studio di registrazione Parsifal distrutto, ci vengo dai tempi dei Litfiba»

Il racconto dell'artista: «Sembrava uno tsunami. I nostri amici della Bandabardò hanno perso tutti i loro strumenti. Devo partire in tour ma adesso non so più quando o come»

Lo ha chiamato Carlino, il figlio del compianto Carlone, storico fondatore dello studio Parsifal a Sesto Fiorentino: «Piero, corri». Lo studio in cui ha sempre provato Piero Pelù, anche ai tempi dei Litfiba, è stato travolto dal fango nell’esondazione del torrente Rimaggio. «Per fortuna Carlino si trovava nella sala in fondo. Altrimenti un portone da centinaia di chili di ferro strappato via così…Una deflagrazione. Dopo un giorno siamo ancora qui tutti a ringraziare che nessuno sia rimasto ferito. O peggio», spiega Piero pelù, intervistato dal Corriere della Sera. E proprio lui, davanti al centro allagato, ha lanciato nelle ultime ore un appello alla prevenzione di questi fenomeni.

«Il Rimaggio, rompendo l’argine, è andato veloce verso ovest investendo piazza del Comune e poi subito in via Tonietta dove c’è il nostro Parsifal, per questo è piombato qui con tanta forza», racconta. Così lo studio Parsifal è andato distrutto. «Per noi è più di uno studio: c’è dentro la storia della musica fiorentina degli ultimi 35 anni, tutti i miei materiali, strumenti rari anche. E poi è diventata una comunità». Una comunità che accolse i Litfiba quando le sale prove a Firenze chiudevano una dopo l’altra per colpa del vicinato. «Si è salvato il piano superiore. Dove c’è il deposito dei miei amplificatori storici e strumenti anche rari. Ma tanta parte di scenografie – racconta Pelù – materiali, macchine, sono distrutti. I nostri amici della Bandabardò hanno perso tutti i loro strumenti e sarebbero dovuti partire in tour tra una settimana. Anch’io devo partire ma ora non so più quando o come». «Tutti dicevano che il Rimaggio non ha mai dato problemi, a memoria di sestese. Ma il cambiamento climatico ha trasformato anche questo fiume in un pericolo: ponti bassi e intoppi intorno alla piazza hanno bloccato il defluire di tronchi e rami. Risalendo il corso sì che ho avuto paura. Non quanta due anni fa a Campi, ma tanta», racconta l’artista.

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