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Yemen, 31 morti nei raid Usa: «Uccisi molti leader Houthi». La milizia filo-Iran prepara la rappresaglia, Israele in «massima allerta»

16 Marzo 2025 - 17:12 Diego Messini
Gli sciiti alleati di Teheran denunciano gli attacchi ordinati da Trump come un «crimine di guerra» e promettono vendetta. Un missile atterra in Egitto

Sarebbero almeno 31 i morti a seguito dei massicci raid lanciati ieri dagli Stati Uniti in Yemen. Nel mirino, basi militari e siti di lancio di droni e missili degli Houthi, la milizia sciita filo-iraniana che controlla buona parte del Paese affacciato sul Mar Rosso e sul Mar d’Arabia. Oggi il governo americano ha rivendicato di aver ucciso negli attacchi «molti leader» del gruppo. «Li abbiamo colpiti con forza sovrastante, e lanciato un avvertimento all’Iran che quel che è troppo è troppo», ha detto in un’intervista tv il Consigliere per la sicurezza nazionale Michael Waltz. Ieri sera era stato lo stesso Donald Trump a mettere il cappello sull’operazione, lanciando un vero e proprio ultimatum agli Houthi: «Il vostro tempo è scaduto, cessate gli attacchi o su di voi s’abbatterà l’inferno come non avete mai visto prima», aveva scritto il presidente Usa su Truth, intimando pure al regime iraniano di interrompere ogni sostegno alla milizia sciita che dal 7 ottobre 2023 prende di mira Israele, ma anche le navi occidentali in transito nel Mar Rosso, in solidarietà alla «resistenza» di Hamas a Gaza. Anche oggi, funzionari Usa hanno ribadito a Reuters che quella di ieri potrebbe essere solo l’inizia di un’offensiva militare che potrebbe durare settimane, se gli ultimatum della Casa Bianca non saranno accolti.

Il presidente Usa Donald Trump assiste al lancio dei raid contro gli Houthi – Washington, 15 marzo 2025 (Ansa/Casa Bianca)

Gli Houthi preparano la rappresaglia?

Al momento però non sembrano affatto esserci segnali in questa direzione. Anzi. Oggi gli Houthi hanno denunciato gli attacchi Usa di sabato come niente meno che «un crimine di guerra» e hanno detto di essere pronti a «rispondere all’escalation con l’escalation». Minacce che Israele, primo obiettivo della milizia, prende molto sul serio. L’aeronautica militare di Tel Aviv è stata posta in stato di massima allerta per nuovi possibili attacchi missilistici e con droni dallo Yemen. Da dove già nella notte è partito un missile, atterrato, con ogni probabilità per errore, in Egitto. Anche l’Iran ha già respinto l’ultimatum di Trump, facendo sapere per bocca del comandante delle Guardie della Rivoluzione che «i nemici dell’Iran risponderanno in modo deciso e distruttivo se trasformano le minacce in azione». Hossein Salami ha tuttavia aggiunto che gli Houthi «prendono le loro decisione strategiche e operative». La Russia, tradizionale alleato dell’Iran, ora tornato però in intensi rapporti diplomatici con gli Usa, ha invitato dal canto suo le parti «all’immediata cessazione dell’uso della forza e al dialogo politico», ha detto il ministro degli Esteri Sergej Lavrov al telefono col segretario di Stato Marco Rubio.

In copertina: Sostenitori degli Houthi intonano slogan e brandiscono armi in una protesta contro Israele – Sana’a, Yemen – 11 marzo 2025 (EPA/YAHYA ARHAB)

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