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Santanchè: «Le false borse di Hermès? Ho trovato la fattura, con Pascale ci vediamo in tribunale»

santanchè borse hermes
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La ministra spiega di aver dato mandato ai suoi legali: «Metteremo fine a questa cosa, che trovo un po' imbarazzante e anche un po' ridicola»

Non è ancora chiusa la vicenda delle presunte borse false regalate a Francesca Pascale, svelata in un pezzo di Selvaggia Lucarelli. La ministra del turismo Daniela Santanchè, che le aveva donate all’ex compagna di Silvio Berlusconi, spiega: «I miei avvocati hanno denunciato Francesca Pascale. Grazie a Dio abbiamo trovato anche la fattura, ci vediamo in Tribunale e così metteremo fine a questa cosa, che trovo un po’ imbarazzante e anche un po’ ridicola, anche perché io non mi vergogno delle borse di Hermès». «Qualcuno si vergogna della Tesla. Magari mi compro pure una Tesla…», ha aggiunto scherzando la ministra, mentre era ospite a un evento a Palazzo Lombardia.

Il caso delle borse false di Hermès

Secondo il pezzo su Il Fatto Quotidiano, pubblicato il 21 febbraio scorso, undici anni fa l’attuale ministra del Turismo regalò a Pascale una borsa rosa pesca e una verde militare, del noto brand, in due occasioni diverse. Una delle due è una Birkin, l’altra una Kelly del valore di 18 mila euro. Due anni fa, a quella verde si ruppe la cerniera interna. E Pascale si presentò nella boutique Hermés di via Montenapoleone a Milano per chiedere una riparazione. Il commesso, con evidente imbarazzo, le spiegò che la borsa era falsa. Anzi, erano false entrambe. Pascale quando incontrò Santanchè le fece notare cosa aveva scoperto. Ma la ministra negò tutto. Non è chiaro se la ministra fosse stata raggirata a sua volta e avesse regalato, ignara, le borse pensando di avere a che fare con dei manufatti originali. Da una parte c’è Pascale che conferma il racconto. «Mi ha chiamata Selvaggia Lucarelli e non potevo fare altro che confermare. È un fatto», disse all’Aria che tira. Dall’altra c’è Santanchè, secondo cui le cose sarebbero differenti. Il borsa-gate è diventato oggetto non solo di satira politica ma anche di difesa della ministra stessa durante la mozione di sfiducia (respinta) contro di lei. Ora dalle tribune politiche e dalla tv si passa alle aule giudiziarie.

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