La Germania cambia la Costituzione per spendere «senza limiti» in armi. La svolta di Merz (con Spd e Verdi): «Pronti a tutto per difenderci dalla Russia»


La Germania volta pagina. Il Parlamento tedesco ha approvato oggi una modifica alla Costituzione che consentirà al governo di spendere senza limiti in difesa: gli investimenti nel settore militare – compresi quelli per sostenere l’Ucraina – saranno d’ora in poi esclusi dal «freno al debito» prescritto dalla Legge fondamentale del Paese, che limita l’indebitamento annuo dello Stato ad un massimo dello 0,35% del Pil. La svolta costituisce una vittoria per il leader della Cdu Friedrich Merz e spalanca ora la strada alla formazione di un governo sotto la sua guida, in alleanza con l’Spd. Incoronato dalle elezioni dello scorso 23 febbraio, Merz aveva infatti dichiarato la sera stessa della vittoria che la sua priorità – dopo il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca e le minacce di disimpegno Usa da Ucraina ed Europa – sarebbe stata quella di «rafforzare l’Europa il più velocemente possibile, così da raggiungere, passo a passo, l’indipendenza dagli Usa». «Di fronte alle minacce alla nostra libertà e alla pace nel nostro continente, il motto whatever it takes deve ora applicarsi alla difesa del Paese», aveva rincarato la dose il 4 marzo, annunciando un piano da 500 miliardi di euro di investimenti in difesa e infrastrutture. Progetto irrealizzabile col pedale pigiato sul «freno al debito» costituzionale, e che ora invece potrà vedere davvero la luce. A votare a favore della modifica alla Costituzione sono stati 513 deputati, 207 i contrari. Ora è atteso il sì anche del Senato federale, convocato per venerdì 21 marzo.

La scorciatoia di Merz e le accuse dell’Afd
Trattandosi di una modifica della Costituzione, era necessario un voto con la maggioranza dei due terzi del Bundestag. Per riuscire nell’impresa, Merz e i suoi alleati hanno forzato i tempi: il piano è stato portato in Aula nell’ultima settimana di attività del Parlamento uscente, nel quale Cdu/Csu, Spd e Verdi hanno i numeri necessari. Nel nuovo Bundestag che s’insedierà in seguito alle elezioni del 23 febbraio, gli equilibri saranno infatti ben diversi, con l’Afd e la Linke – contrari al riarmo – pronti a occupare ben 152 e 44 seggi rispettivamente, e Verdi ed Spd ridimensionati. La svolta costituzionale sarebbe stata dunque impossibile, tanto che l’Afd stessa grida al «tradimento» della volontà del popolo. Il leader Tino Chrupalla in Aula ha accusato Merz di avere già «perso ogni credibilità con queste azioni imbarazzanti» ancor prima di salire formalmente al potere. Il leader della Cdu la vede in modo ben diverso: «La decisione che prendiamo oggi sulla prontezza alla difesa non è che un primo grande passo in direzione di una comunità europea della difesa, che includer anche Paesi che non sono membri dell’Ue», ha detto Merz in Aula, con un evidente riferimento al Regno Unito di Keir Starmer che sta guidando gli sforzi dei Paesi europei di sostenere la difesa dell’Ucraina e del Vecchio Continente a fronte del disimpegno Usa.

L’alleanza trasversale e le concessioni ai Verdi
La minaccia ha un nome e cognome, per il cancelliere in pectore, e si chiama Vladimir Putin. La guerra mossa dalla Russia non è solo contro l’Ucraina, ha detto ancora Merz rivolto in particolare verso l’Afd, ma «anche contro il nostro Paese, con attacchi quotidiani ai nostri centri di dati, la distruzione delle catene di rifornimento, gli attacchi incendiari e gli omicidi su commissione nel cuore del nostro Paese». Di fronte a questo, ha concluso, «ci difenderemo con tutto ciò che è a nostra disposizione nei prossimi anni e decenni». Proprio l’argomento della difesa della Germania dalla minaccia russa ha convinto l’Spd e i Verdi ad appoggiare la modifica costituzionale voluta da Merz. I Verdi in particolare, che non dovrebbero entrare nel prossimo governo, gli hanno dato però filo da torcere nei negoziati, e per dare il loro assenso hanno chiesto, e ottenuto, l’impegno a riservare 100 miliardi di euro di nuovi fondi alla lotta al cambiamento climatico e l’inserimento dell’obiettivo della neutralità climatica nella Costituzione tedesca.
Foto di copertina: Il leader della Cdu Friedrich Merz interviene al Bundestag – Berlino, 18 marzo 2025 (EPA/HANNIBAL HANSCHKE)