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Israele attacca Gaza, oltre 400 morti: ucciso anche il capo del governo di Hamas. Colloqui d’urgenza in Egitto: «Liberate altri ostaggi»

18 Marzo 2025 - 12:00 Ugo Milano
L'operazione lanciata a sorpresa dall'Idf nella notte fa strage. Netanyahu: «Continueremo finché tutti i rapiti non tornano a casa». Ok degli Usa. La Turchia: «Riprende il genocidio»

Crolla la tregua a Gaza. Con l’operazione a sorpresa «Forza e Spada», Israele ha attaccato nella notte la Striscia dopo due mesi di calma apparente. I bombardamenti lanciati senza preavviso hanno fatto strage: secondo il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, si contano oltre 400 morti e centinaia di feriti. Israele sostiene di aver agito dopo che il gruppo terroristico ha respinto le proposte Usa per estendere il cessate il fuoco. Dopo «il ripetuto rifiuto di Hamas di rilasciare i nostri ostaggi e di tutte le proposte ricevute dall’inviato del presidente Usa, Steve Witkoff, e dai mediatori», Benjamin Netanyahu ha ordinato all’Idf di «agire con forza» nell’enclave palestinese, «prendendo di mira obiettivi in tutta la Striscia», ha detto nella notte lo stesso premier israeliano. Secondo Hamas, tra le vittime ci sarebbe anche uno degli ostaggi trattenuti nella Striscia dal 7 ottobre 2023. Si stima siano ancora 59 gli israeliani rapiti quel giorno ancora nelle mani di Hamas e della Jihad islamica.

Il colpo di reni dei negoziatori

Dopo settimane di negoziati infruttuosi, ora Israele e Hamas si scambiano accuse pesantissime. «Non smetteremo di combattere finché tutti gli ostaggi non saranno tornati a casa e tutti gli obiettivi di guerra non saranno stati raggiunti», proclama Netanyahu. Il premier non si fa problemi a «sacrificare i suoi ostaggi, imponendo loro una condanna a morte, per usare gli attacchi come scialuppa di salvataggio politica», replica Hamas. A condannare gli attacchi israeliani di questa notte è pure l’Egitto, che parla di «palese violazione dell’accordo di cessate il fuoco». Dietro le quinte, però, il lavoro dei mediatori tra le parti prosegue. Secondo il quotidiano qatariota al-Araby al-Jadeed, una delegazione di Hamas sarebbe stata convocata d’urgenza al Cairo per «discutere le modalità per fermare l’aggressione a Gaza». Qatar e Egitto fanno pressione cioè sul gruppo palestinese perché venga incontro alle richieste di Usa e Israele, accettando di rilasciare altri ostaggi israeliani. Lo Stato ebraico non nasconde d’altronde che l’obiettivo degli attacchi della notte – di cui la Casa Bianca è stata preventivamente informata – fosse anche quello di alzare al massimo livello la pressione su Hamas al tavolo negoziale.

I dirigenti di Hamas eliminati e l’ordine di evacuazione

L’aeronautica israeliana ha colpito centinaia tra tunnel, depositi di armi e altri siti che il movimento islamista avrebbe ricostituito nei due mesi di cessate il fuoco, dopo aver reclutato più di 20.000 nuovi terroristi di Hamas e della Jihad islamica. Negli attacchi sono rimasti uccisi diversi comandanti e alti dirigenti di Hamas. Tra questi anche Issam Dàalis, membro dell’ufficio politico di Hamas e capo del governo di Gaza, e altri tre esponenti del governo, tra cui il vice ministro dell’Interno Mahmoud Abu Watfa e il direttore generale dei servizi di sicurezza Bahjat Abu Sultan. Lo ha fatto sapere Hamas stessa. Il piano di attacco – preparato dal nuovo capo di stato maggiore Eyal Zamir – è stato tenuto segreto all’interno dell’Idf per creare un’azione a sorpresa contro l’organizzazione terroristica. In mattinata l’esercito di Israele ha poi inviato un avviso di evacuazione per aree di Gaza e Khan Younis: «Queste aree specifiche sono considerate zone di combattimento pericolose! Per la vostra sicurezza, dovete evacuare immediatamente nei rifugi noti nella parte occidentale di Gaza City e in quelli di Khan Yunis. Continuare a rimanere nelle aree designate mette a rischio la tua vita e quella dei tuoi familiari».

Le mosse sul terreno e la copertura degli Usa

Il portavoce militare israeliano ha aggiornato le linee di difesa della zona al confine con l’enclave palestinese: «A seguito di una valutazione della situazione, è stato deciso che la zona al confine con Gaza passerà da un livello di piena attività a un livello di attività ridotto, il che non consente attività scolastiche». Alla luce della nuova offensiva israeliana su Gaza le forze di sicurezza egiziano-americane attualmente di stanza nel Corridoio Netzarim, che attraversa la Striscia nella zona centro-settentrionale da est a ovest, si stanno ritirando dalle loro posizioni. «Netanyahu e il suo governo nazista stanno rinnovando l’aggressione e la guerra di sterminio contro i civili indifesi nella Striscia di Gaza», tuona Hamas. «Avrebbe potuto rilasciare gli ostaggi per estendere il cessate il fuoco, ma invece ha scelto il rifiuto e la guerra», replica la Casa Bianca per bocca del portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, sostenendo di fatto l’azione condotta da Israele.

Le reazioni di Jihad Islamica e Turchia

La nuova offensiva lanciata da Israele su Gaza non gli «darà la superiorità sulla resistenza, né sul campo né nei negoziati. Non libererà Netanyahu e il suo sanguinario governo nazista dalla crisi da cui stanno fuggendo», ha fatto sapere la Jihad Islamica, accusando Tel Aviv di «aver deliberatamente sabotato tutti gli sforzi per raggiungere un cessate il fuoco. Ciò che Netanyahu e il suo barbaro esercito non sono riusciti a realizzare in 15 mesi di crimini e spargimenti di sangue, non riusciranno a realizzarlo di nuovo, grazie alla fermezza del nostro popolo oppresso e al coraggio dei nostri miliziani», ha aggiunto il gruppo palestinese. Su posizioni analoghe si conferma la Turchia di Recep Tayyip Erdogan, che dopo gli attacchi della notte sostiene che «la politica genocidaria del governo Netanyahu è entrata in una nuova fase» e fa appello alla comunità internazionale perché prenda «decisa posizione» contro Israele.

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