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«Io sono il tuo padrone e tu esegui gli ordini». Le clausole del contratto di sottomissione sessuale tra il comandante dei vigili e la collega uccisa

18 Marzo 2025 - 18:55 Alba Romano
giampiero gualandi sofia stefani anzola
giampiero gualandi sofia stefani anzola
Il documento word di due pagine attraverso cui la vigilessa si impegnava a eseguire ogni fantasia dell'uomo

Emergono i dettagli di quanto era stato messo nero su bianco nel contratto di sottomissione sessuale tra l’ex comandante Giampiero Gualandi e la vigile Sofia Stefani che avrebbe ucciso. «La Sottomessa si impegna a mantener fede ai seguenti impegni, inderogabili: 1) Non avrò altri padroni fino alla rescissione del presente contratto; 2) Questo atto può essere rescisso esclusivamente per volontà del mio padrone e signore; 3) Io posso rescindere dal presente contratto soltanto se il mio padrone me lo consentirà; 4) Eseguirò qualunque ordine del mio padrone senza esitazione alcuna». È quanto si legge nel testo che i due avevano firmato e si erano scambiati il 28 maggio 2023. Si tratta di un documento word di due pagine attraverso cui la vigilessa si impegnava a eseguire ogni ordine sessuale dell’uomo. Secondo l’accusa, in quel testo è evidente il carattere morboso e tossico della loro relazione extraconiugale. Mentre, per la difesa, sarebbe stato solo un gioco erotico.

La schiavitù psicologica

Nel file, come già emerso in precedenza, l’uomo scriveva di poter arrivare anche a «a dominare l’anima di questa donna sottomessa, divorandola a mio piacimento, concedendole l’onore di compiacere alle mie voglie e alle mie dotte perversioni». Pertanto, una schiavitù non solo fisica, ma anche psicologica. Lei accettava, inoltre, di essere «incondizionatamente disponibile ogni qual volta il mio padrone esigerà la mia presenza, con un preavviso minimo di un’ora, ovunque egli lo pretenda». Un anno dopo, però, nell’ufficio del commissario la donna verrà uccisa. A sparare quel 16 maggio 2024, secondo l’accusa, sarà proprio Gualandi. L’imputato ha sempre sostenuto la tesi dell’incidente avvenuto durante una colluttazione e di essere stato particolarmente stressato a causa della presenza della collega nella sua vita. Secondo la ricostruzione del giudice delle indagini preliminari di Bologna, però, il suo omicidio sarebbe stato premeditato. Di recente Gualandi è stato posto ai domiciliari

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