Revisione «radicale» del Piano di riarmo europeo. Ecco l’aggettivo che ha rimesso d’accordo il Pd di Schlein


Il lavoro di taglia e cuci per trovare un accordo tra le diverse anime del Partito Democratico ha dato i suoi frutti: «Il piano Rearm Europe di Ursula von der Leyen necessita di una “revisione radicale”», è la formula fondamentale per l’intesa. Alla fine i dem sono riusciti a mettere a punto una risoluzione condivisa che vada bene a tutti, dai vicinissimi alla segretaria Elly Schlein fino ai riformisti. Questa risoluzione verrà presentata oggi in Senato e domani alla Camera, in risposta (e in opposizione) alle comunicazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che illustrerà davanti a deputati e senatori la posizione dell’Italia sui temi che saranno discussi al Consiglio europeo di giovedì e venerdì, a cui la premier prenderà parte. E tra i temi più controversi all’ordine del giorno a Bruxelles ci sarà proprio il Piano per il riarmo dell’Europa, il Rearm Europe. Per questo, il Pd (ma non solo, anche la stessa maggioranza di governo che ha problemi con la Lega di Salvini) si è riunito in incontri interni fino all’ultimo momento per trovare una soluzione che potesse conciliare le diverse posizioni. L’ultima riunione si è conclusa intorno alle 12 di oggi, 18 marzo.
Ha vinto l’aggettivo “radicale”
Proprio quell’aggettivo “radicale” ha tenuto i democratici col fiato sospeso fino a tarda serata ieri, mentre erano impegnati nella stesura minuziosa della risoluzione. I filo-Schlein spingevano per mantenere quella dicitura, mentre i riformisti chiedevano di sostituirla con la parola “profonda”. Alla fine, però, la decisione della segretaria ha prevalso. Uscendo per primo dalla riunione, il dem riformista Alessandro Alfieri ha sottolineato il buon lavoro di condivisione che è stato fatto tra le parti. «Di fronte alle divisioni del centrodestra, ribadiamo con chiarezza le linee fondamentali della nostra politica estera: sostegno incondizionato all’Ucraina con ogni mezzo necessario e il suo coinvolgimento nelle principali iniziative per costruire una difesa europea solida».
Il contenuto
L’Impegno 8 è uno dei più densi di significato. Nel testo, che verrà presentato a breve in Senato, si sottolinea l’importanza di promuovere, nel corso del negoziato che seguirà la presentazione del Libro Bianco sulla difesa europea e i suoi strumenti, «tutti gli elementi che puntano a una governance democratica chiara del settore». Tra gli obiettivi principali, gli investimenti «comuni necessari per realizzare l’autonomia strategica e colmare i deficit alla sicurezza europea, al coordinamento e all’integrazione delle capacità industriali europee e dei comandi militari, all’interoperabilità dei sistemi di difesa verso un esercito comune europeo». Il Pd chiede al governo di «promuovere una radicale revisione del piano di riarmo proposto dalla presidente von der Leyen», ma anche di «assicurare investimenti comuni effettivi non a detrimento delle priorità sociali di sviluppo e coesione, e di condizionare tutte le spese e gli strumenti europei alla pianificazione, lo sviluppo, l’acquisizione e la gestione di capacità comuni per realizzare un’unione della difesa».