La telefonata tra Trump-Putin. Mosca: «Stop attacchi a centrali energetiche per 30 giorni. Ma Kiev non deve avere più armi dagli USA»


«Oggi il presidente Trump e il presidente Putin hanno parlato della necessità di pace e di un cessate il fuoco nella guerra in Ucraina. Entrambi i leader hanno concordato che questo conflitto deve concludersi con una pace duratura», si legge nel resoconto della Casa Bianca della telefonata tra i due leader. Si è conclusa dopo quasi tre ore l’attesa telefonata tra tra il presidente americano Donald Trump e quello russo Vladimir Putin sul destino dell’Ucraina. I capi della Casa Bianca e del Cremlino sono stati a colloquio dai rispettivi quartieri generali dalle 15 alle 18 di oggi circa. E arrivano già le prime novità. Russia e Ucraina procederanno allo scambio di 175 prigionieri di guerra e nel mentre Mosca ha sospeso per 30 giorni gli attacchi alle infrastrutture energetiche di Kiev. Per Putin la condizione di tregua è lo stop dell’invio di armi statunitensi a Kiev.
«L’Iran non deve avere la posizione per distruggere Israele»
Il presidente americano e quello russo Vladimir Putin hanno discusso, secondo la nota della Casa Bianca, «più ampiamente del Medio Oriente come una regione con potenziale di cooperazione per prevenire futuri conflitti». Entrambi, continua la dichiarazione da parte Usa, «hanno inoltre affrontato la necessita’ di fermare la proliferazione di armi strategiche e si impegneranno con altri attori affinché questa misura venga applicata il piu’ ampiamente possibile. I due leader hanno condiviso la visione secondo cui l’Iran non dovrebbe mai trovarsi nella posizione di distruggere Israele».
Gli indizi di un «colloquio storico» apprezzato da Mosca
La conversazione «sta andando bene», aveva fatto sapere su X a colloquio in corso l’assistente di Trump Dan Scavino. Sensazione confermata a telefonata conclusa pure da Mosca: «è andata molto bene», hanno riferito fonte russe alla giornalista della Cnn Clarissa Ward. «Sotto la guida del presidente Putin e del presidente Trump, oggi il mondo è diventato un posto molto più sicuro. Storico!», s’è spinto a dire addirittura Kirill Dmitriev, fedelissimo di Putin che lo ha incaricato nelle ultime settimane di negoziare con l’Amministrazione Trump. Non è chiaro al momento se e su cosa sia fondato l’entusiasmo di Dmitriev. Sul tavolo del colloquio c’erano numerosi argomenti, dal possibile cessate il fuoco agli impianti energetici, dalla «normalizzazione delle relazioni bilaterali» alla possibile divisione di alcuni asset. Fino alla spartizione dei territori tra Russia e Ucraina, una prima base di partenza su cui tentare di costruire una strada concreta che porti a un tavolo di trattative. Non è affatto detto però che i reali risultati della telefonata saranno resi noti immediatamente: «ll Cremlino sceglierà il formato per annunciarli in base a come andrà la conversazione», scrive l’agenzia di stampa russa Tass.
March 18, 2025
Trump-Putin e la ricerca di un «terreno comune»
A prescindere dal rinnovamento (e rafforzamento) delle relazioni tra Trump e Putin, che sembrano più forti che mai, a tenere banco sarà ovviamente la questione ucraina. In primo luogo, quel «sì a determinate condizioni» con cui il Cremlino non ha ancora ufficialmente chiuso la porta al cessate il fuoco di 30 giorni accettato da Kiev su proposta di Washington. C’è bisogno di trattare, e tutte le parti in gioco lo sanno: Washington per ora si mantiene sulla sua linea di mediatrice su due tavoli separati, uno con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e uno con Vladimir Putin e i suoi emissari. L’obiettivo rimane lo stesso: «Porre fine alla guerra. Forse possiamo, forse no, ma penso che ci sia una ottima possibilità», aveva detto domenica 16 marzo Trump a bordo del suo Air Force One di ritorno dalla Florida. E poi aveva ribadito sul suo social Truth: «Molti elementi dell’accordo finale sono stati concordati, ma molto resta ancora da fare. Migliaia di giovani soldati sono uccisi. Ogni settimana porta 2.500 morti fra i soldati, da tutte e due le parti, e questo deve finire ora. Aspetto con impazienza di parlare con Putin».
March 17, 2025
Trump pronto a offrire la Crimea a Putin?
Le questioni da appianare sono ancora tante, da una parte e dall’altra. Trump si è dimostrato fermo e duro sia con Zelensky che con Putin, a cui non ha risparmiato minacce se avesse continuato a bombardare a tutto spiano i territori ucraini. Per ora gli ordigni continuano a piovere, mentre l’amministrazione americana tenta di trovare un territorio comune su cui costruire la pace. E proprio di territori parleranno oggi Casa Bianca e Cremlino, dal Kursk alla centrale nucleare di Zaporizhzhia fino all’accesso ai porti e al confine di oltre 2mila chilometri. Non solo. Secondo il sito americano Semafor, Trump starebbe pensando di offrire a Putin il riconoscimento della Crimea e sarebbe pronto a spingere perché anche l’Onu faccia la stessa cosa. Una proposta che per ora rimane in astratto, ma che Washington sarebbe pronta a giocarsi per «salvare» – come ha detto lo stesso tycoon – quei soldati ucraini circondati e in ritirata dall’enclave del Kursk. Da Kiev al momento non si apre nessuno spiraglio: «Non riconosceremo mai territori occupati».