Altre accuse sindacali al governatore della Banca d’Italia sul «palestra-gate». E i dirigenti si trasformano in Trilussa per difendere in romanesco Fabio Panetta


Non avendo più moltissime cose di cui occuparsi con un organico che ormai supera abbondantemente le funzioni residuate, da giorni sindacati e dipendenti della Banca di Italia sembrano totalmente assorbiti dal cosiddetto “Palestra-gate”. I fatti sono stati raccontati da Open quando un sindacato interno alla banca centrale, la Falbi, ha sollevato maliziosamente il caso della palestra che si sarebbe fatto costruire il governatore, Fabio Panetta, ipotizzandone l’impatto sul bilancio della stessa banca centrale. Da ambienti vicino al governatore si è spiegato come Panetta avesse bisogno di fare attività fisica e che a spese sue si è comprato una cyclette e un tapis roulant messi in un locale non utilizzato nel sotterraneo della banca, senza nessun impatto quindi sulle finanze pubbliche. La risposta sembrava chiudere il caso. Ma così non è stato.
Dopo la cyclette scoperti i pesi e un bilanciere, polemiche pure sul bagno ristrutturato
La Falbi è tornata qualche giorno dopo all’attacco, sostenendo che nel locale ginnico non c’erano solo gli attrezzi riconosciuti da Panetta, ma anche “pesi e un bilanciere”. Altra accusa: non avere fatto “chiarezza sull’imputazione dei costi per il rifacimento dei locali, con particolare riferimento al bagno e alla camera del disimpegno”. Altra polemica del sindacato, sulla presenza in quella palestra anche del segretario generale, Gian Luca Trequattrini, che pure non avrebbe concorso alle spese per le attrezzatture. La Falbi arriva a chiedersi se lui e il governatore “timbrano” quando sospendono il lavoro per andare ad allenarsi. E polemizza sulla palestrina vip spiegando che invece agli altri dipendenti è stato negato l’utilizzo come palestra dei locali del Centro per l’Assistenza Sociale e Culturale tra i dipendenti della Banca d’Italia (Casc).
A fianco di Panetta il sindacato dei dirigenti interni, e volano i primi stracci
Alle nuove stilettate questa volta Panetta non ha replicato, né ufficiosamente né ufficialmente. È sceso però al suo fianco un altro sindacato, il Sindirettivo Cida che rappresenta il personale direttivo della banca centrale. In un loro volantino i dirigenti di Panetta sostengono di non avere “parole serie per rispondere a ciò che serio non è affatto”. Ma poi aggiungono: “Questo stile comunicativo, che tutto è tranne qualcosa che possa avere un minimo di stile, non ci appartiene e, si spera, non ci apparterrà mai. Quindi, che dire degli ultimi volantini che hanno portato alla ribalta della stampa la nostra Istituzione? Se osiamo criticarli, ci verrà detto che siamo vicini al potere. Se restiamo in silenzio, che siamo conniventi con il delirio delle informazioni che contengono”.
I versi in romanesco come Trilussa per difendere i muscoli del governatore
Indecisi sul come schierarsi nella zuffa del Palestra-gate, alla fine i dirigenti (anche loro con parecchio tempo a disposizione, evidentemente) hanno pensato bene di trasformarsi in Trilussa e comporre sonetti canzonatori degli altri sindacati che hanno sollevato il caso. Versi che un po’ si danno la zappa sui piedi, perché così iniziano: “Sur posto de’ lavoro, lo sa pure un cretino/ nei giorni in cui nun c’ha da fa’ ‘na mazza/ er pallonaro attiva er cervellino/ pe’ dasse n’ tono e puro un po’ de guazza”. Eccolo individuato il vero problema in Banca di Italia: quei “giorni in cui nun c’ha da fa’ ‘na mazza…”, verso hara-kiri sull’eccesso di personale rispetto al lavoro che ormai resta da fare da quando esiste la Banca centrale europea.

Il nuovo modo di fare carriera nella banca centrale con più dipendenti che funzioni
I novelli Trilussa di via Nazionale (sede della banca centrale) affrontano in rima anche il Palestra-gate. Minimizzandolo così:
«quanno manca n’argomento serio
er puzzone vo’ sollevà cagnara
e dar nulla te inventa un putiferio
Nun ce stupisce quindi più di tanto
che quarche farlocchetto illuminato
s’acchita a esse spettatore affranto
de quattro attrezzi in uno scantinato».
E concludono molte quartine dopo:
«Er popolo de Bbanca nun s’è rincojoinito
c’ha gli occhi pe’ capì ‘sta misera patacca
er vaso è cormo ormai, s’è popo spazientito
condanna senz’appello l’azione assai vigliacca».
Faranno carriera, se Panetta è cultore del romanesco. Anche se un tempo fare carriera in Banca d’Italia evocava altro tipo di percorsi…