Un giudice ferma di nuovo Trump: stop al divieto di transgender nell’esercito


«Tutti gli esseri umani sono creati uguali». Il principio di uguaglianza sancito dalla Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti è l’argomento usato dal giudice federale di Washington Ana Reyes per cancellare la direttiva di Donald Trump che vieta l’esercito ai transgender. Ovvero 4.200 membri attuali delle forze armate, equivalenti allo 0,2% dell’esercito secondo i militari. Oppure 15 mila su un totale di due milioni di uomini secondo altre stime. La giudice nella sua ingiunzione dice che il divieto di TheDonald «invoca un linguaggio dispregiativo per colpire un gruppo vulnerabile in violazione del Quinto Emendamento». E viola i diritti della persona.
Giudice contro Trump
Il governo aveva sostenuto che i tribunali avrebbero dovuto adeguarsi alla decisione dei militari. Ma in un testo di 79 pagine Reyes ha affermato che il governo aveva messo su un divieto senza prove. E che «la legge non impone alla Corte di avallare ciecamente giudizi illogici basati su congetture». Tra i transgender membri dell’esercito ci sono piloti, alti ufficiali, tecnici nucleari e Berretti Verdi, oltre a soldati semplici, marinai, avieri e marines. Nell’ordine esecutivo firmato a gennaio Trump diceva che le truppe transgender avevano afflitto l’esercito con una «ideologia di genere radicale». E che «l’adozione di un’identità di genere incoerente con il sesso di un individuo è in contrasto con l’impegno di un soldato a uno stile di vita onorevole, veritiero e disciplinato. Anche nella propria vita personale».
La sentenza e l’ordine esecutivo
Considerazioni giudicate da Reyes offensive, discriminatorie, non documentate e non veritiere. Si tratta però delle stesse motivazioni utilizzate dal Pentagono per giustificare l’epurazione dei militari transgender. Erano seguite cause presentate nei vari tribunali da chi si è sentito oggetto di una persecuzione. Il Pentagono non ha ancora messo in pratica l’esclusione dei militari transgender. Ma nel frattempo li aveva incoraggiati ad andarsene volontariamente. Offrendo soldi come indennità. Mentre la Marina aveva deciso di porre una data di scadenza (il 28 marzo) entro la quale i marinai transgender avrebbero potuto andare in congedo volontario.
Il precedente
L’agenzia di stampa Agi ricorda che Trump aveva già preso di mira i transgender durante il suo primo mandato (2017-2021), impedendo l’arruolamento di persone che necessitavano di cure ormonali o che si erano già sottoposte a trattamenti medici per cambiare sesso. Il suo successore, il democratico Joe Biden, ha tuttavia ribaltato quella decisione autorizzando nuovamente i soldati trangender in quanto «tutti gli americani che sono idonei a servire nelle forze armate degli Stati Uniti dovrebbero poterlo fare».