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Gaza, le voci dalla Striscia dopo che Israele ha interrotto la tregua: «Siamo terrorizzati: non ci sono cibo, gas e medicine. È un massacro»

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Dopo i pesanti attacchi dell'Idf, nell'enclave palestinese rimane la paura: «Sembra di essere tornati all’inizio della guerra e nel pieno del Ramadan», dicono a Open

«Questo è il rumore degli aerei da ricognizione israeliani, ascolta». Le parole nell’audio si interrompono per lasciare spazio al suono ovattato e incessante dei velivoli che sorvolano la Striscia. «Il rumore va avanti da 24 ore, non ce la facciamo più», dice a Open Fouad. «Io e i miei bambini stiamo bene – continua -, ma a Gaza ci siamo svegliati di nuovo sotto i bombardamenti. Perché?», si chiede. La fragile tregua tra Israele e Hamas si è chiusa drammaticamente dopo 59 giorni tra lunedì e martedì, quando i caccia delle Forze di difesa israeliane hanno lanciato intensi attacchi – con il via libera degli Stati Uniti – sull’enclave palestinese. «Hamas ha sentito la nostra forza. Voglio garantirvi: questo è solo l’inizio», ha minacciato il premier Benjamin Netanyahu avvertendo che «d’ora in avanti, i negoziati avverranno solo sotto il fuoco». La conta delle vittime non è ancora terminata: per il ministero della Sanità gestito da Hamas sarebbero 970 i palestinesi uccisi, di cui – secondo l’Unicef – 130 bambini. I feriti più di mille. Ma il bilancio è destinato a crescere. 

«Ci stanno affamando e massacrando»

EPA/HAITHAM IMAD | Palestinesi tra le macerie di edifici distrutti nel campo profughi di Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza, 17 marzo 2025

L’esercito di Tel Aviv ha fatto sapere di aver colpito «siti militari di Hamas». È possibile, ma non solo. Le immagini che arrivano dalla Striscia restituiscono la portata dell’attacco, uno dei più sanguinosi dal 2023. Ospedali in crisi, bambini chiusi nei sacchi bianchi, vite spezzate. «Sembra di essere tornati all’inizio della guerra e nel pieno del Ramadan (il mese sacro per i musulmani, ndr)», dicono dalla Striscia. «Il pronto soccorso è in condizioni disastrose: abbiamo corpi e parti di corpi, per lo più bambini e donne – spiega il Dottor Mohammad Qishta di Medici senza frontiere, dall’ospedale Nasser -. C’è molta confusione nella popolazione. Alcuni sono corsi in ospedale solo per proteggersi. Noi medici abbiamo pianto per l’intensità e la difficoltà della situazione – prosegue -. Ci sono alcuni casi gravi: ustioni, amputazioni, ferite alla testa, ferite al petto».

I servizi di assistenza dopo 17 mesi di conflitto hanno poche risorse e la buona volontà non basta per salvare vite. La gente della Striscia è terrorizzata, ha capito che i combattimenti sono ricominciati su larga scala. «Proviamo rabbia, ansia, paura e tanto dolore», dicono i civili. «Io e la mia famiglia stiamo bene», ci aggiorna Huda, 20 anni, sfollata per la quarta volta: «Ma le truppe israeliane stanno lanciando attacchi aerei contro diverse aree: il numero dei morti è altissimo, i feriti ancora di più». E sulla Striscia «non c’è cibo, non c’è gas, né medicine o aiuti umanitari, i prezzi sono altissimi e le frontiere sono chiuse. Ci stanno massacrando e affamando». 

«Hanno assassinato i nostri figli»

EPA/ABIR SULTAN / Protesta a Tel Aviv per gli ostaggi, marzo 2025

L’offensiva israeliana è arrivata a trattativa aperta, anche sul rilascio degli ostaggi israeliani. Netanyahu e il ministro della Difesa Katz hanno dato ordine di agire a Gaza «dopo che Hamas si è rifiutato di liberare gli ostaggi e ha respinto tutte le proposte dell’inviato Usa Steve Witkoff e dei mediatori», si legge nella nota. Dal canto suo, il partito-milizia fa sapere stamattina di «non aver chiuso ai negoziati», ma di insistere «sul fatto che non c’è bisogno di nuovi accordi», ha detto un leader del movimento, Taher al-Nounou, contattato telefonicamente da Afp dal Cairo. «Non abbiamo precondizioni, ma chiediamo che Israele cessi immediatamente le ostilità e avvii la seconda fase dei negoziati» previsti dall’accordo di tregua entrato in vigore il 19 gennaio. Intanto, l’esercito israeliano si sta preparando a espandere l’operazione a Gaza, si è appreso dal portavoce dell’Idf. La decisione verrà presa anche in base al modo in cui risponderà Hamas.

Anche le famiglie degli ostaggi hanno condannato i nuovi raid israeliani sulla Striscia: «Il premier Netanyahu sta assassinando i nostri figli», ha precisato Meirav Zangauker, madre del rapito Matan. A Gaza restano prigionieri da 529 giorni 59 ostaggi, di cui solo 24 ancora in vita secondo le truppe di Tel Aviv. Ma gli attacchi israeliani potrebbero complicare, ora, il loro rilascio. Nel frattempo, migliaia di israeliani stanno partecipando a una manifestazione contro il governo, bloccando l’ingresso principale di Gerusalemme mentre marciano verso la residenza del primo ministro. «La follia deve finire prima che non ci sia più nessuno da salvare, prima che non ci sia più un Paese», ha dichiarato la leader della protesta Shikma Bressler.

Foto copertina: ANSA / MOHAMMED SABER | Un ragazzo palestinese ispeziona un’area distrutta della scuola di Al Tabien in seguito agli attacchi aerei israeliani a Gaza City, 18 marzo 2025

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