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Giorgia Meloni, il manifesto di Ventotene che «non è la sua Ue» e le urla dell’opposizione. Cos’è successo a Montecitorio – Video

19 Marzo 2025 - 13:28 Sofia Spagnoli
Le proteste soprattutto del Partito democratico, Fornaro: «Si inginocchi davanti a questi patrioti»

Toni accesi oggi in aula, al punto che la seduta è stata più volte sospesa dal presidente della Camera, Lorenzo Fontana. Ad accendere gli animi il Manifesto di Ventotene il documento fondante del progetto di un’Europa unificata, scritto da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, entrambi perseguitati e uccisi dal regime fascista. Nell’ultima parte del suo intervento, la premier Giorgia Meloni, rispondendo agli interventi dei parlamentari in vista del Consiglio europeo di domani e venerdì, ha letto i passaggi di ispirazione rivoluzionaria del manifesto, scritto nel 1941, in cui si parla anche di dittatura del partito rivoluzionario: «Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia». Scoppia la protesta in Aula, soprattutto tra le fila del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle. Il presidente della Camera è costretto a intervenire per richiamare all’ordine, ma la tensione è alle stelle e le proteste continuano. Fontana interrompe la seduta. Una prima volta e poi una seconda e a quel punto diventa necessario convocare la capigruppo.

«Presidente si inginocchi di fronte a questi uomini»

Il clima in aula si surriscalda. Tra gli interventi più animati quello di Federico Fornaro, del Pd: «Non è accettabile fare una caricatura di quegli uomini. Lei, presidente Meloni, siede in questo Parlamento anche grazie a loro. Questo è un luogo sacro della democrazia e noi siamo qui grazie a quei visionari di Ventotene, che erano confinati politici. Si inginocchi, presidente del Consiglio, di fronte a questi uomini e donne, altro che dileggiarli».

«Oltraggio alla storia d’Italia»

«Quanto abbiamo sentito oggi in questa Aula dalla presidente del Consiglio è un oltraggio alla storia d’Italia e alla memoria di quanti hanno combattuto, perso la vita, donando a questa democrazia l’antifascismo da cui nasce la nostra Costituzione e la nostra democrazia – grida dai banchi Alfonso Colucci del M5S – La premier nega i valori fondanti su cui si basa la nostra democrazia – aggiunge -. Non c’è spazio in quest’aula per il fascismo». Giorgia Meloni, da poco rientrata in aula, ascoltando queste parole si è messa a ridere, facendo acuire ancor di più la protesta delle opposizioni. «La presidente del Consiglio ora ride – dice Colucci – Si vergogni! Fontana dovrebbe violentemente stigmatizzare le parole della presidente del Consiglio».

La decisione di Fontana

Dopo la conferenza dei capigruppo convocata dal presidente della Camera, in seguito alla bagarre scatenata in Aula, Fontana ha chiesto ai deputati di «mantenere toni consoni e adeguati all’Aula» durante i lavori che seguiranno, per «onorare coloro che hanno messo in gioco la propria vita per difendere i principi di libertà e giustizia per tutti». Un chiaro riferimento a Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, a seguito della bagarre in Aula seguiti alla lettura del Manifesto di Ventotene. «Chi ha combattuto per la nostra libertà merita il nostro plauso e, in nome di quella stessa libertà e democrazia, vi chiedo di fare in modo che questa Camera rimanga un luogo sacro».

Video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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