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Le truppe di Israele rientrano a Gaza, l’ultimatum ai palestinesi: «Ostaggi liberi e via Hamas o la pagherete» – Il video

19 Marzo 2025 - 18:47 Diego Messini
L'Idf riprende il controllo del corridoio Netzarim e della frontiera sud della Striscia. Netanyahu: «Pronti a tutto anche in Cisgiordania»

Dopo i pesanti bombardamenti lanciati nella notte tra lunedì e martedì, Israele riprende a muovere anche le truppe di terra dentro la Striscia di Gaza. È il segnale che il governo Netanyahu intende riprendere la guerra, sino a quando non considererà raggiunti i due obiettivi costantemente rimarcati: la liberazione di tutti gli ostaggi e lo sradicamento di Hamas da Gaza. Il portavoce dell’Idf ha dichiarato che l’esercito ha avviato «operazioni di terra mirate nel centro e nel sud della Striscia di Gaza, con l’obiettivo di espandere l’area di sicurezza e creare un parziale cuscinetto parziale tra il nord e il sud della Striscia». In concreto, dunque, l’Idf starebbe muovendo per riprendere il controllo del corridoio Netzarim, che taglia a metà la Striscia, mentre la Brigata Golani è stata ridispiegata al confine sud, pronta a entrare in azione su eventuale ordine. Le cose sul terreno cambieranno, come fin troppo evidente, anche per i palestinesi, oltre 400 dei quali sono morti dopo gli attacchi aerei della notte tra lunedì e martedì. Lo ha ribadito in un video-messaggio destinato proprio ai Gazawi il ministro della Difesa Israel Katz.

La guerra a Gaza e le operazioni in Cisgiordania

«Abitanti di Gaza, questo è un ultimo avvertimento. Gli attacchi dell’aeronautica contro i terroristi di Hamas sono stati solo il primo passo. Se tutti gli ostaggi israeliani non saranno rilasciati e Hamas non sarà espulso da Gaza, Israele agirà con forze che non avete mai visto», minaccia il ministro di Benjamin Netanyahu. Da qui la “raccomandazione” che ha il sapore di un ultimatum sul definitivo crollo della tregua. «Accettate il consiglio del presidente Usa (Donald Trump, ndr), restituite gli ostaggi, rimuovete Hamas e vi si apriranno altre possibilità, tra cui la partenza per altri luoghi del mondo per chi lo desidera». Se così non dovesse essere, «le cose diventeranno molto più difficili e ne pagherete il prezzo pieno». Al contempo, il governo israeliano si tiene pronto a ogni scenario pure in Cisgiordania. «Mentre muoviamo una guerra più intensa contro Hamas nella Striscia di Gaza, siamo consapevoli della possibilità che possa aprirsi un fronte più ampio in Giudea e Samaria», ha detto il primo ministro Benjamin Netanyahu visitando una base della polizia di frontiera nella zona, evocando la possibile «espansione significativa della lotta al terrorismo» nell’area controllata dall’Anp.

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