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La promessa di Elkann al Parlamento: «Dal 2026 la produzione di Stellantis aumenterà»

19 Marzo 2025 - 16:39 Sofia Spagnoli
john elkann camera deputati
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La critica di Calenda: «Non c'è un'assunzione di responsabilità, il prossimo amministratore potrà cambiare tutti gli impegni». Schlein: «Segnali di disimpegno»

Un appuntamento attesissimo quello di oggi nella Sala Mappamondo di Montecitorio. Proprio qui, l’11 ottobre scorso, l’ex amministratore delegato di Stellantis, Carlo Tavares, aveva partecipato a un’audizione per illustrare come intendeva invertire il declino dell’industria automobilistica nel nostro Paese, prima di essere estromesso dalla sua carica. Oggi, invece, è il turno del presidente dell’azienda, John Elkann, che, dopo aver rifiutato l’invito a intervenire nei mesi scorsi, prende finalmente la parola. La sala è gremita di parlamentari delle commissioni attività produttive di Camera e Senato, più alcuni big di partito, tutti pronti ad ascoltare i suoi impegni sulla produzione automobilistica di Stellantis. «Ci siamo preparati all’audizione di oggi con grande attenzione – spiega Elkann – perché per noi l’Italia ricopre un ruolo centrale. Di questa nostra lunga storia, la storia della Fiat che ora è diventata Stellantis, noi siamo, o almeno io personalmente sono, molto orgoglioso». Durante l’audizione Elkann ha fatto sapere che la successione di Tavares «sta procedendo secondo i tempi stabiliti» e che il nuovo Ceo di Stellantis «sarà annunciato entro la prima metà dell’anno».

«Vendiamo 5 milioni e mezzo di veicoli»

In prima battuta Elkann ha ripercorso la storia e lo sviluppo dell’azienda di famiglia . «Nel 2003 quando mio nonno morì la Fiat produceva 1 milione e 700 veicoli e la metà li vendeva in Italia. Ora Stellantis è il quarto costruttore al mondo, vendiamo 5 milioni e mezzo di veicoli e più della metà la vendiamo all’estero», spiega. Parlando sempre di dati, ha fatto sapere che tra il 2004 e il 2023 Stellantis ha prodotto «in Italia 16,7 milioni di autovetture e veicoli commerciali, con un valore complessivo della produzione nazionale che si avvicina ai 700 miliardi di euro». Considerando gli effetti sulla filiera e l’impatto sui consumi delle famiglie, «il valore complessivo della produzione in Italia negli ultimi venti anni sale a 1.700 miliardi di euro, con un valore aggiunto di 417 miliardi: per ogni euro creato da Stellantis, ne vengono generati 9 nel resto dell’economia». ha evidenziato.

«Il 2025 sarà un anno difficile»

Ma non cela le difficoltà del settore e ribadisce che per il 2025 ci sarà da tenere ancora i denti stretti. «Quest’anno lo abbiamo detto con chiarezza già al tavolo del Mimit, sarà un altro anno difficile: il mercato Italia nei primi due mesi e’ in contrazione del 7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno». Ma dal 2026 «prevede un aumento della produzione grazie al lancio di 10 nuovi aggiornamenti di prodotto nelle fabbriche italiane, i cui livelli produttivi dipenderanno dal mercato e da fattori esterni come i dazi». La crisi del comparto, tocca però, tutta l’Europa. E per il presidente di Stellantis si tratta di «una conseguenza della contrazione del mercato di questi ultimi 20 anni». Sulla produzione cinese chiarisce qualche dato, senza sbilanciarsi: «Il mercato mondiale degli autoveicoli conta circa 80 milioni di unità vendute nel 2024 e la Cina occupa il primo posto con 30 milioni, seguita dagli Stati Uniti (16 milioni) e dall’Unione Europea (15 milioni). Rispetto a 20 anni fa, le vendite in Cina sono esplose (+400 per cento), negli Usa sono leggermente diminuite del 5 per cento, mentre in Europa sono calate del 12 per cento e in Italia sono calate del 30 per cento». Punta il dito anche contro il tema le politiche di decarbonizzazione. Secondo Elkann, una delle cause principali della crisi del settore automobilistico in Europa dipende proprio dalla «pressione esercitata dagli obiettivi normativi in materia di CO2». E continua: «Questo settore è un esempio emblematico della mancanza di pianificazione, a cui è stata imposta una politica climatica rigida senza che siano state create le condizioni industriali necessarie a supportarla».

I singoli siti produttivi

Elkann si è poi soffermato sulle piattaforme all’interno dei siti produttivi«A Pomigliano è stata estesa fino al 2030 l’attuale produzione della Panda Ibrida (la Pandina), a cui seguirà la nuova generazione dello stesso modello. Sono orgoglioso di ricordare che nel mese di Gennaio e Febbraio 2025 la Pandina è stata scelta da oltre 25.400 clienti. Con una quota di mercato di circa il 10%, supera da sola tutti i marchi che operano in Italia. Segno del continuo affetto degli italiani per la Pandina». Per quanto riguarda Mirafiori, il suo futuro non prevede solamente la produzione dell’attuale Fiat 500 elettrica: «Tra due settimane partiranno i lavori di adeguamento delle linee di assemblaggio e di lastratura per la Nuova 500 Ibrida, e gia’ a maggio avremo i primi prototipi su cui faremo le attivita’ di sviluppo utili alla messa in produzione. Ce la stiamo mettendo tutta per l’avvio della produzione questo novembre».

Le preoccupazioni di Schlein

Dopo l’intervento di Elkann, il presidente di Stellantis è stato interpellato da alcuni parlamentari. In prima fila, la segretaria del PD, Elly Schlein, che gli ha chiesto di mantenere gli impegni presi e di garantire quanto illustrato: «Vigileremo con grande attenzione, settimana dopo settimana». Schlein ha sottolineato che Stellantis, raccogliendo l’eredità della Fiat, ha il dovere di assumersi la responsabilità verso il presente, il futuro, i dipendenti e i territori. «Non crediamo che l’Italia possa vivere solo di turismo e servizi, ma debba rafforzare la propria vocazione industriale, e questo in una contingenza molto complessa». Poi la segretaria del Pd ha chiesto a Elkann quali fossero le prospettive in vista dei dazi lanciati da Trump, aggiungendo: «Speriamo ci sia l’intenzione di far ripartire investimenti significativi, dato che abbiamo letto segnali di disinvestimento da parte di Stellantis».

L’attacco di Calenda

Carlo Calenda, leader di Azione, è uno dei parlamentari che ha seguito più da vicino la questione. E non mancava oggi nella Sala Mappamondo. Durante il suo intervento, ha accusato a più battute Elkann: «Nella sua gloriosa ricostruzione manca l’assunzione di responsabilità. Ha mai commesso degli errori? Perché i titoli sono messi malissimo e le vendite pure. Quest’anno siamo arrivati al minimo della produzione, con un calo del 62% sulle auto rispetto al 2017». E affonda ancora un colpo al presidente di Stellantis: «Ricordo che vi abbiamo dato una garanzia sull’80% di un prestito da 6,3 miliardi di euro, che prevedeva la piena occupazione nel 2023, 5 miliardi di investimenti, il non cedere asset e il non delocalizzare le produzioni di modelli oggetto dell’industrializzazione. Eppure, non avete rispettato nessuna di queste condizioni». Poi, ha aggiunto: «Il 2025 credo sarà un anno tragico e voi lanciate pochi modelli, e anche troppo tardi. Vogliamo sapere i volumi che prevedete di fare, se siete disposti a riportare dalla Serbia la Grande Panda e soprattutto se questo piano potrà essere messo in discussione dal nuovo amministratore delegato. Perchè se può essere messo in discussione, stiamo giocando a racchettoni». Finito l’intervento, Calenda è uscito per la seconda volta a fumare, la prima durante l’interpellanza di Schlein.

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