Roberto Benigni, il discorso che celebra l’Europa su Rai1: «Io, europeista estremista». La battuta su Meloni e Musk, poi cita Ventotene


È un discorso che celebra l’Europa e l’europeismo quello di Roberto Benigni su Rai1. L’attore e regista va in onda in prima serata con «Il sogno», trasmesso in eurovisione proprio per raccontare che cosa, secondo lui, significhi l’Europa. Un discorso che, come scrive Repubblica, Benigni avrebbe preparato per circa un anno. Ma che va fatidicamente in onda nel giorno della polemica scoppiata, dopo le critiche della premier Giorgia Meloni al Manifesto di Ventotente.
Le rivoluzioni europee
«Ne abbiamo fatte di belle cose noi europei – dice Benigni – è giusto ricordarsi chi siamo, c’è da essere orgogliosi di essere europei: l’Europa è il continente più piccolo del mondo che ha acceso la miccia di tutte le rivoluzioni, ha trasformato il pianeta, da tremila anni è la fucina dove sono stati forgiati alcuni fra i più grandi pensieri dellìumanità, inventando la logica, la ragione, il dubbio», e ancora «la libertà, la democrazia, il teatro lo sport, la chimica moderna, la coscienza di classe, spaccando l’atomo, dipingendo la Sistina. Un patrimonio comune, un tesoro immenso in tutti i campi».
Il pensiero per Mattarella e papa Francesco
Benigni in apertura saluta Sergio Mattarella e manda un pensiero al Papa ricoverato al Gemelli: «Siamo senza rete, in diretta su Rai1, in diretta anche su Radio2, su Raiplay, in Eurovisione: ma questo è un colpo di Stato, siamo dappertutto, anche sul forno a microonde se lo accendete! Saluto il presidente della Repubblica, so che ci sta guardando. E come non salutare Sua Santità papa Francesco, che guarisca presto. Ieri ha detto una frase che mi ha commosso, bisogna disarmare le parole per disarmare le menti e la terra. Che papa meraviglioso che abbiamo».
La battuta su Meloni e Musk
Una battuta Benigni la dedica anche alla premier Meloni, come già aveva fatto a Sanremo: «Mi ha chiamato Meloni per smentire: non è vero, tra me e Musk non c’è niente, lo giuro sulla mia Tesla».
«Io europeista estremista»
Benigni si definisce un «europeista estremista, l’Europa unita è l’unica utopia ragionevole. L’Unione Europea è la più grande istituzione degli ultimi 5000 anni realizzata sul pianeta terra dall’essere umano, un progetto, un ideale una speranza, una sfida, un sogno, e soprattutto è un caso unico nella storia dell’umanità: la sola volta in cui Stati sovrani decidono liberamente in pace di unirsi, un colpo di scena della storia, una rivoluzione silenziosa che può trasformare il mondo». Poi cita De Gasperi, «il più grande presidente del consiglio che abbiamo avuto». E spiega che l’Europa «non è una cosa fredda che sta a Bruxelles o a Strasburgo, è una cosa calda, vicina, piena di passione e amore. Non a caso il suo inno è L’Inno alla gioia di Beethoven».
Il nazionalista e le guerre
Sul percorso europeo, Benigni avverte che c’è ancora da fare, soprattutto in un periodo come quello in corso: «Il cammino non è concluso, nella storia dell’Europa la cosa rarissima è la pace: basta che spuntino problemi perché risorga il nazionalismo, che nella storia ha provocato milioni di morti, è il carburante di tutte le guerre… È una fede integralista, un’ossessione per la nazione al di sopra di tutto, anche di Dio, è una malattia, che si maschera da patriottismo, no lo confondete mai. Lo dico io che sono il più grande patriota e amo l’Italia come la mia mamma. Il nazionalismo odia invece il mondo, il suo motore è la paura e vuole che abbiamo paura tutti noi». E quanto questo accade «la pace è in pericolo».
La citazione di Ventotene
Quindi arriva la citazione proprio a Ventotene: «Mentre tutto intorno c’erano rovine, morti, cadaveri, nel 1941, nella piccola isola di Ventotene, tre uomini, tre eroi, Spinelli, Rossi e Colorni, ebbero un lampo, un’idea, di cambiare tutto, girare pagina: l’idea dell’unità europea. Sono eroi della nostra storia, i pionieri».