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Trump fiuta il nuovo affare in Ucraina, il “consiglio” a Zelensky: «Le centrali elettriche e nucleari ve le gestiamo noi»

19 Marzo 2025 - 20:11 Simone Disegni
Al telefono col leader di Kiev, il presidente Usa sposta l'attenzione dai minerali alle infrastrutture energetiche. L'impegno in cambio su difesa aerea e bambini rapiti

Piegate le resistenze dell’Ucraina sul cessate il fuoco con la Russia «senza condizioni», tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky sembra tornato il sereno. A vincere il braccio di ferro, con ogni evidenza, è stato il presidente americano, che con lo stop (temporaneo) agli aiuti militari e a ogni informazione d’intelligence ha ottenuto in pochi giorni quel che voleva: la disponibilità del leader di Kiev ad accettare la tregua senza condizioni, un rischio cui fino a pochi giorni prima – fin dentro la Casa Bianca – Zelensky aveva giurato di non voler esporre il suo Paese. Oggi una telefonata tra i due leader ha sancito la ricucitura, per lo meno formale. Sia da parte Usa che da parte ucraina trapela soddisfazione. «Ottima telefonata, siamo sulla buona strada», s’è affrettato ad annunciare su Truth per primo Trump. «Conversazione positiva, sostanziale e franca», ha riassunto in tre aggettivi Zelensky, che in un lungo post su X ha profuso lodi e ringraziamenti a Trump e all’America e ha ribadito il suo impegno a procedere nei negoziati nella «convinzione comune» che «una pace duratura possa essere raggiunta quest’anno». La Casa Bianca ha poi alzato ulteriormente l’asticella, parlando nella trascrizione ufficiale di una conversazione «fantastica». Ma cosa motiva davvero il ritrovato entusiasmo di Trump sull’Ucraina?

Minerali rari? Parliamo di centrali elettriche

A spiegarlo ai cronisti è stata in serata la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt. Guerra e pace a parte, Trump è tornato a parlare con Zelensky di affari. È noto che il leader Usa vuole assicurare benefici concreti al suo Paese in cambio della prosecuzione degli aiuti a Kiev (che per ora continuano ad essere inviati). La novità è che il focus della Casa Bianca non pare più essere sul famigerato accordo per lo sfruttamento dei minerali ucraini. La conversazione si è spostata «oltre quell’accordo», ha detto Leavitt. Verso cosa? Trump avrebbe suggerito a Zelensky la possibilità che gli Stati Uniti prendano il controllo delle centrali di energia elettrica e nucleare del Paese, ha riferito la portavoce. Tale cambiamento «sarebbe di grande aiuto per far funzionare quelle centrali» e ne garantirebbe «la miglior protezione», avrebbe detto Trump a Zelensky, secondo la trascrizione Usa della conversazione. Erano giorni, d’altra parte, che il presidente Usa e i suoi facevano capire di aver spostato tutta l’attenzione sul tema energia. Ora si capisce meglio, al di là dello stop reciproco per 30 giorni agli attacchi, a cosa alludessero. Non è dato sapere quale sia stata la risposta in proposito del leader di Kiev: nel suo post non ve n’è traccia.

Le promesse di Trump su difesa aerea e bambini rapiti

In cambio, però, Zelensky sembra essere riuscito a fare breccia con Trump per lo meno rispetto a due richieste da tempo presentate agli Usa: la fornitura di ulteriori sistemi di difesa aerea e il ritorno a casa delle migliaia di bambini portati con la forza in Russia dalle regioni occupate. Sul primo punto, Trump avrebbe detto di essere pronto a «lavorare con lui per trovare quel che c’è di disponibile, in particolare in Europa». Come a dire: volentieri, ma non dagli arsenali Usa (non i sistemi Patriot tanto apprezzati da Kiev, dunque). Sul secondo punto, Trump si sarebbe impegnato a veicolare la pressante richiesta a Mosca, «per assicurare che quei bambini siano riportati a casa». Su tutti i punti del negoziato in corso, comunque, i colloqui proseguiranno a livello tecnico e politico di modo da «portare avanti il lavoro il prima possibile». Putin permettendo.

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