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Il padre che mette un registratore nello zaino della figlia e scopre i maltrattamenti delle maestre a scuola

20 Marzo 2025 - 08:51 Alba Romano
padre registratore zaino figlia maltrattamenti maestre scuola
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Succede in un comune a 40 km da Roma. La bambina tornata a casa con la faccia viola, segni sull'occhio, graffi e un morso al polso

A Roma un padre ha messo un registratore nello zaino della figlia prima di mandarla alle scuole elementare. E ha così avuto la prova che le maestre la redarguivano umiliandola e arrivavano a picchiarlo. Francesco, 53 anni, ha denunciato le insegnanti per abuso di mezzi di correzione. E come prova ha portato i dialoghi registrati nella scuola del comune di 10 mila abitanti a quaranta chilometri dalla Capitale. La bambina di dieci anni una volta è tornata a casa «con la faccia viola. Aveva anche dei segni sull’occhio, dei graffi sul naso e un morso al polso», racconta il padre. Che poi l’ha accompagnata al pronto soccorso dell’ospedale Bambin Gesù.

Abrasioni e contusioni

I medici hanno diagnosticato abrasioni sulla parte destra del volto e una contusione al polso sinistro. «La mia compagna di classe mi ha dato uno schiaffo alle 10 del mattino, io volevo tornare a casa ma le maestre non ti hanno chiamato», ha raccontato la bimba al padre. A quel punto lui ha inviato una Pec alla direttrice. Poi ha fissato un piccolo registratore alla chiusura lampo dello zaino della figlia: «È fatto a forma di ciondolo. Ho detto a lei che era un portafortuna». Il 18 febbraio, racconta l’edizione romana di Repubblica, il microfono capta le parole delle maestre. «Il mio modo di stare qui è quello di farvi fare pace», dice in classe una delle tre insegnanti. «A volte ci sono delle reazioni che diventano incontrollabili, io credo che la tua compagna sia scoppiata anche se tu in quel momento non le avevi fatto nulla», afferma la donna. Perché, argomenta, «ha subito da te diverse cose in questi anni».

L’astuccio

A quel punto costringe la bambina a restituire le penne che conserva nell’astuccio. Anche se lei spiega che « me le hanno regalate loro l’anno scorso». E dice all’alunna di non chiedere più in prestito «né il materiale scolastico » , penne e matite, «né la merenda». Francesco aveva parlato con la preside «riscontrando però un chiaro tentativo di insabbiare l’accaduto e di giustificare le insegnanti. Mi hanno accusato di aver violato la privacy, ma la registrazione è stata fatta solo per tutelare nostra figlia. Non è mai stata divulgata».

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