«Vladimir Putin pronto a marciare su Odessa se l’Ucraina non accetterà le condizioni della Russia per la pace»


Vladimir Putin è pronto a marciare su Odessa se l’Ucraina non accetterà le condizioni della Russia per la pace. E punterà anche sugli altri territori che adesso appartengono a Kiev. Se non sarà accontentato. Perché gli uomini di Volodymyr Zelensky «non hanno il tempo di scavare trincee». E quindi non possono salvarsi né difendere quei territori se parte un’altra offensiva russa. A dirlo in un discorso a porte chiuse ai 90 delegati del Congresso dell’Unione russa degli imprenditori e industriali (Rspp) è stato proprio lo Zar. E con questi presupposti la fine della guerra si allontana. Anzi. L’attacco di ieri alle centrali elettriche dice che rvidentemente, Putin pensa di poter non solo ignorare, ma addirittura umiliare Donald Trump. Tanto è convito di averlo in pugno.
Odessa e la Russia
Putin, spiega oggi Repubblica, ha parlato al club degli oligarchi poco prima della telefonata con Trump. Prima in pubblico e poi a porte chiuse. Ha detto che l’Ucraina avrebbe potuto passarla liscia se avesse riconosciuto l’annessione della Crimea e l’autonomia delle repubbliche di Lugansk e Donetsk. Ora, invece, a Zelensky tocca riconoscere «come parte della Russia» Crimea, Lugansk, Donetsk. E anche le altre due regioni di Cherson e Zaporizhzhia annesse nel settembre 2022. «Più si è ritardato il momento in cui la Russia poteva essere fermata, minori sono diventate le possibilità di raggiungere un accordo. E alla fine si è scoperto che non era più possibile fermare la Russia. Come adesso», è il ragionamento dello Zar.
I negoziati
Il giornalista di Kommersant Andrej Kolesnikov ha raccontato il discorso di Putin al club degli oligarchi, come viene chiamata l’associazione. I negoziati dovranno partire da un fatto: «Ciò che la Russia ha ottenuto non può essere portato via». E quindi a penisola di Crimea, le Repubbliche di Donetsk e Lugansk e le regioni di Cherson e Zaporizhzhia devono essere «riconosciute come parte della Russia». Entro i loro confini amministrativi, compresa la parte che Mosca al momento non controlla. «Se ciò dovesse accadere nel prossimo futuro, la Russia non rivendicherà Odessa e gli altri territori che ora appartengono all’Ucraina», è la promessa. Altrimenti, come ha detto in una conversazione con il ministro della Difesa Andrej Belousov, gli ucraini non avranno il tempo di trincerarsi. Per difenderle.
Un bluff?
Nei giorni scorsi il New York Times aveva scritto che gli ucraini temevano che Trump potesse sostenere le rivendicazioni di Putin. Proprio riguardo al «porto strategico di Odessa». Da qui l’ipotesi che le richieste siano già state trasmesse da Mosca a Washington. E quindi da Washington a Kiev nella telefonata tra Trump e Zelensky. Ma secondo l’analista britannico Mark Galeotti, la rivendicazione su Odessa non sarebbe tuttavia altro che un bluff. «Non c’è alcuna possibilità che la Russia possa prenderla militarmente, quindi si tratta di una richiesta vuota che Putin potrà ritirare come una falsa concessione».
Lucio Caracciolo
Intanto in un’intervista firmata da Pierfrancesco De Robertis sul Quotidiano Nazionale il direttore di Limes Lucio Caracciolo dice che «a Trump dell’Ucraina importa poco, ecco perché ha fretta di concludere questa guerra che Usa e Russia hanno combattuto una contro l’altra, gli americani per mezzo degli ucraini». Secondo l’analista «militarmente ha vinto la Russia, anche se gli americani hanno giudicato deludenti i risultati ottenuti dall’esercito di Putin in tre anni di guerra, e quindi tutto sommato adesso non hanno troppa paura. Tutto ciò avrà ripercussioni nel loro atteggiamento anche verso l’Europa». Ora però «pace è una parola grossa. Diciamo che si è avviato un negoziato». Infine, «rntro l’anno Zelensky si dovrà in qualche modo sottoporre al voto. Al momento non vedo grandi oppositori ma è anche vero che al voto ci andrà da sconfitto, avendo dovuto subire peraltro dei compromessi che per l’Ucraina non si riveleranno facili. Non sarà una corsa agevole».
La tregua è lontana, la pace di più
Per questo Nathalie Tocci su La Stampa pronostica che non siamo ancora alla vigilia di un cessate il fuoco reale e duraturo. Perché Putin è probabilmente convinto di avere in tasca Trump. Il Cremlino punta a tre obiettivi. Prima di tutto usare il negoziato come copertura per proseguire la guerra. Secondo, arrivare a un’intesa con Washington che prescinda dalla guerra in Ucraina. Il terzo è lo stop al sostegno militare a Kiev. Che gli permetterebbe di proseguire la mobilitazione militare in Russia. Per poi riprendere la guerra. In Ucraina o altrove.