La crociata contro la carne coltivata e quel conflitto di interessi sul «tavolo indipendente»: l’intreccio tra Ministero della Salute e Coldiretti


Un «conflitto di interessi grande come una stalla», scrive Luciano Capone su Il Foglio. Quello che intreccia, in maniera continua e ripetuta, i vertici di Coldiretti, il governo italiano e la fondazione e think tank Aletheia. Il tema è sempre il solito, l’approvazione della carne coltivata da parte dell’Autorità europea (Efsa). Una decisione contro cui Roma si è scagliata disattendendo la normativa comunitaria grazie alla legge Schillaci-Lollobrigida, che – come suggerisce il nome – unisce gli sforzi del ministro della Sanità Orazio Schillaci e il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. A dare forza al provvedimento la relazione di un «tavolo tecnico indipendente» composto da dieci specialisti. Cinque di questi, però, facevano parte a vario titolo di Aletheia, fondazione apertamente sostenuta da Coldiretti. Che a sua volta era stata tra i maggiori oppositori della normativa europea e che, mercoledì, ha organizzato una manifestazione a Parma contro l’Efsa, sventolando in alto i pareri di scienziati – appunto – indipendenti. O almeno presunti tali.
La creazione del tavolo tecnico
Ministero della Sanità e Ministero dell’Agricoltura sulla questione hanno la stessa identica posizione: no alla carne sintetica, a meno che non sia considerata come «generata in laboratorio» e quindi, come le medicine, vada sottoposta obbligatoriamente a «studi clinici e pre-clinici» prima della vendita. Una convinzione supportata dai risultati di un «tavolo tecnico interministeriale», a cui Schillaci e Lollobrigida hanno dato il compito di analizzare la normativa europea sui novel food e sottolineare le criticità o i punti oscuri. Accanto al commento, una parte degli esperti (la componente «clinica») ha anche prodotto una «mezza paginetta» – scrive Luciano Capone – in cui insistono sull’equiparazione della carne coltivata ai farmaci. Esattamente la stessa posizione sostenuta da Coldiretti nella manifestazione di mercoledì, e non è un caso.
La composizione del tavolo e il presunto conflitto di interessi
Per capire l’origine di questa perfetta comunione di vedute, basta consultare la lista dei dieci esperti che hanno preso parte al tavolo tecnico. Pur non essendo disponibile sui siti dei due Ministeri fino a ieri, nel sito di Coldiretti era presente un link di rimando al decreto di nomina del «gruppo di scienziati indipendenti». Qui sono inclusi cinque rappresentanti delle istituzioni (i due dicasteri, l’Istituto superiore di sanità e Crea) e cinque tecnici esterni: Antonio Gasbarrini (Università Cattolica-Gemelli), Claudio Franceschi (Università di Bologna), Alberto Villani (Bambino Gesù), Alessandro Cocconcelli (Università Cattolica), Andrea Fabbri (Università Tor Vergata). Tutti professori, tutti parte del comitato scientifico del think tank Aletheia, una fondazione creata e sostenuta dalla Coldiretti da cui ha ereditato la storica sede in Palazzo Rospigliosi. Il coordinatore di tutto il tavolo, Antonio Gasbarrini, risulta essere presidente di Aletheia
Le (tante) segnalazioni di Aletheia all’Esfa
Consultando i documenti e gli scritti alla luce delle nuove informazioni, balza subito all’occhio un elemento. Il tavolo tecnico, nel suo rapporto finale, aveva sottolineato i «715 commenti da 45 parti interessate» che l’Efsa aveva raccolto prima di emanare la normativa europea. Di quelle 715, ben 11 sarebbero riconducibili ad Aletheia e quindi a Coldiretti. E sarebbero stati scritti tra il 15 febbraio e il 14 aprile 2024, quindi dopo la nomina ufficiale del tavolo tecnico. Una sorta di doppio gioco che, facendo ping pong tra incarico interministeriale e opinione di parte per conto di Aletheia, ha portato di fatto a un allineamento tra la posizione di Coldiretti e quella dei due Ministeri: definire i cibi cellulari come «fatti in laboratorio» e richiedere l’adozione obbligatoria i studi «clinici e pre-clinici». Tra l’altro alle segnalazioni iniziali l’Esfa si era già presa la briga di rispondere, salvo poi trovarsele ribadite nei risultati del tavolo tecnico.
Schillaci, Aletheia e i contatti con Coldiretti
Improbabile, scrive Luciano Capone, che il ministro della Sanità Schillaci non sapesse nulla. Il think tank Aletheia ha infatti il patrocinio del suo dicastero, con cui ha organizzato non pochi eventi. Ad esempio il 10 luglio 2024, quando sul palco di «Malattie, cibo e salute» salgono Schillaci, il segretario generale di Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, e il presidente Ettore Prandini. Fu proprio in quell’occasione che Gesmundo dichiarò guerra all’Esfa, accusata di approvare «le cose che fanno più male alla salute dei cittadini europei». Intanto, rivela Il Foglio, il Ministero dell’Agricoltura se ne lava le mani: le nomine per il tavolo tecnico sarebbero state una prerogativa di Schillaci e del suo Ministero.