Vincenzo Schettini, prof de «La Fisica che Ci Piace» fa coming out: «Sì sono gay, e adesso? Nessuno di noi è sbagliato» – Il video
«Io mi sono giudicato tanto, io mi sono proprio detto: Sei sbagliato. Tu sei nato in maniera sbagliata». Ha rivolto a sé stesso parole dure in passato il professor Vincenzo Schettini, noto a molti come il quello con il ciuffo dietro agli esperimenti e le spiegazione del canale La Fisica che Ci Piace. Ma da tempo non ha più intenzione di farlo, e oggi sulla propria pagina Instagram da 3 milioni di follower pubblica un video in cui fa coming out, annunciando pubblicamente: «Sì, sono gay. E adesso?». Ma non è una semplice dichiarazione quella di Schettini. Il suo è un ragionamento ampio, rivolto a un mondo dove l’omosessualità è normale ma spesso, denuncia, non normalizzata.
«Nessuno di noi è sbagliato»
«Nessuno di noi è sbagliato, ognuno di noi è. È la bellezza dell’unicità ognuno di noi. Ognuno di noi deve amare quello che è, il proprio corpo e la propria unicità. Perché siamo belli, siamo unici. È più difficile fare questo quando si è – esprimo il mio parere – omosessuali rispetto a quando si è eterosessuali, perché è un mondo nel quale un ragazzo e una ragazza che si baciano per strada non vengono notati. Lo vedo a scuola – insiste il prof – Io arrivo la mattina, vedo i ragazzi che sono fuori, si vede una scena classica, succedeva anche a noi: lui che bacia lei (che bacia lui). È una cosa normale da vedere. In teoria, sarebbe normale vedere anche due ragazzi, due maschietti, che si baciano. Però io non lo vedo», afferma amareggiato.
«Perché continuiamo ad avere paura? »
«Dobbiamo chiederci perché continuiamo ad avere paura», dice Schettini in un messaggio rivolto ai tanti che temono di rivelare pubblicamente il proprio orientamento sessuale. Una cosa è certa, aggiunge il prof: «Anche la sofferenza, i dubbi, i momenti in cui mi sono sentito giù, i momenti in cui ho pianto, mi sono serviti. Anche quella esperienza conflittuale che ho avuto con i miei genitori è servita. Sì, sono convinto, perché ora ci amiamo molto più di quanto ci amavamo prima».