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Da Gad Lerner a Ernesto Ruffini, la tentazione di un movimento civico contro Meloni: «Basta gridare al lupo, svegliamoci»

22 Marzo 2025 - 13:36 Ugo Milano
gad lerner ernesto ruffini stati uniti europa
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Il giornalista lancia l'appello sui social agli altri intellettuali, l'ex direttore dell'Agenzia delle Entrate ai cittadini: «È ora di trarre le conseguenze»

I partiti – leggi il Pd di Elly Schlein – non bastano più, o se non altro vanno profondamente «stimolati». Con l’azione dal basso dei cittadini. Guidati, magari, da professionisti e intellettuali d’area. A una settimana dalla riuscita manifestazione per l’Europa di piazza del Popolo a Roma, torna a farsi forte la tentazione civica nell’area progressista. A dare la scossa al popolo di centrosinistra sono questa mattina sono due figure diverse tra loro come Ernesto Maria Ruffini e Gad Lerner. Che dai rispettivi punti di vista vedono entrambi lo spazio per far nascere qualcosa di nuovo, di più largo, aperto e forte del Pd. Per raccogliere energie e canalizzarle in un progetto in grado di reggere il confronto con l’arsenale politico-culturale di Giorgia Meloni, sintetizzato questa settimana nell’«affronto» al Manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi.

Gli Stati Uniti d’Europa e il movimento popolare

A lanciare la tentazione/provocazione per primo è Gad Lerner, con un post sui social media in cui indica la strada ai due compagni di avventura dei sogni: «Ieri sera ho partecipato con Massimo Cacciari a una puntata di ⁦Otto e mezzo e ho pensato: “Sarebbe bello se persone come lui e Barbara Spinelli, invece di crogiolarsi nel sarcasmo del ve o avevo detto, si impegnassero a promuovere un movimento per gli Stati Uniti d’Europa”». Proprio quel sogno indicato giù da una settimana fa alla piazza da Michele Serra e dagli altro intellettuali e artisti accorsi sul palco (o streaming) di piazza del Popolo. «Non dobbiamo aspettare che lo facciano i partiti, facciamolo noi», gli fa eco Ernesto Maria Ruffini da un altro palco romano, quello di Libri Come 2025. L’occasione è la presentazione del nuovo libro dell’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate, Più uno. La politica dell’uguaglianza. «Si svegliassero i cittadini e si dessero da fare. I partiti sono molto più attenti quando si svegliano i cittadini», fa appello Ruffini.

Il vuoto del centrosinistra: «Gridano al lupo, all’allarme democratico, ma non sono credibili»

Secondo Ruffini, il problema principale è trovarsi con un centrosinistra che «grida all’allarme democratico, ci si trova in piazza e si grida al lupo». Ma manca una proposta alternativa per il Paese: «Se si grida al lupo, bisogna trarne le conseguenze o non si è credibili». Come fare allora? Sicuramente bisogna evitare il tramite dei partiti: «Non ce n’è bisogno, penso che ce ne siano anche troppi. Abbiamo visto l’effetto che fanno i partiti legati a una persona…».

Ruffini e le tasse: «La notizia è che questo governo non le ha abolite…»

Rispondendo alle domande di Giovanni Floris, Ruffini ha poi raccontato di aver lasciato l’Agenzia delle Entrate per conflitti interni: «Era giusto mettere un punto a una esperienza per me importante, si può servire lo Stato anche in tanti altri modi. Non mi riconoscevo più in alcune scelte che il legislatore stava facendo ma, da servitore dello Stato, sarebbe stato irrispettoso metterle in discussione». E sulle tasse ha aggiunto, con sarcasmo: «Mi hanno chiamato “uomo delle tasse”, ma ce n’era uno prima di me e ce n’è uno dopo. La vera notizia è che da quando sono andato via il governo non le ha abolite».

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