Truppe al confine Russia-Ucraina, il ruolo dell’Onu e i contatti Ue-Cina. Meloni pronta a volare al vertice di Parigi


Alla «riunione sulla pace e sulla sicurezza dell’Ucraina», il prossimo giovedì 27 marzo, ci sarà anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. È Palazzo Chigi a ufficializzare la presenza del capo del governo italiano al nuovo summit voluto dal presidente francese Emmanuel Macron. Un vertice a cui, secondo fonti europee citate dall’edizione domenicale del quotidiano tedesco Die Welt, potrebbero prendere parte anche alcuni funzionari cinesi. A Bruxelles sarebbero infatti in corso serie valutazioni riguardo all’ammissione – o meglio all’ammissibilità – di Pechino alla coalizione dei volenterosi a sostegno di Kiev. Rimane da capire se l’aggiunta della Cina al tavolo in vista di una potenziale missione di peacekeeping sia «auspicabile».
I due livelli di truppe e il ruolo della Cina
«I diplomatici cinesi hanno sondato il terreno», filtra da Bruxelles sul quotidiano tedesco. Un interessamento, quello di Pechino, che per quanto «delicato» potrebbe avere un impatto positivo sull’invio di uomini per il mantenimento della pace in Ucraina. Anche perché la missione cui ora si pensa ai confini russo-ucraina sarebbe internazionale, probabilmente a guida Onu, mentre le truppe europee tutelerebbero l’Ucraina dalle retrovie, ai confini occidentali che la separano dall’Ue. La speranza ora è che il «sì» del presidente cinese Xi Jinping alla missione possa rendere più accettabile per Vladimir Putin la presenza di truppe straniere al confine con la Russia.
Crosetto: «Onu unica soluzione, l’ho sempre detto»
Intanto il ministro della Difesa Guido Crosetto, intervistato dal quotidiano La Repubblica, palude allo sforzo finalmente globale che si starebbe facendo sulla missione: «Sono tre mesi che dico che l’unica soluzione possibile sia l’Onu o comunque una forza multinazionale: non può essere solo una missione “occidentale”». Il piano di interposizione per l’Ucraina, che dovrebbe vedere in prima linea proprio le Nazioni unite, ha infatti bisogno di una «copertura giuridica», che proprio l’organizzazione mondiale dovrebbe fornire. «Questo non significa missione Onu in senso stretto», ha spiegato Crosetto. «ma anche solo sotto “l’egida” dell’Onu». Rimangono in ogni caso ancora da definire le prerogative e i compiti della missione di peacekeeping: «Devono essere scritte prima nell’accordo di pace, poi vanno rese operative». Così come rimangono da limare i dettagli della difesa comune europea: «Non c’è bisogno di cambiare i trattati Ue. Lo schema è quello, efficientissimo, della Nato. Se fotocopiamo quel modello, già domani avremmo la difesa europea». Intanto, però, ha sottolineato la necessità di creare «un centro di comando e controllo unico, sovrapposto a quello Nato».
Il piano di sicurezza nazionale «pronto»
Sul fronte nazionale,Crosetto ha parlato anche del piano per la sicurezza nazionale: «È pronto, ci abbiamo lavorato e ragionato a lungo, ma richiederà chiaramente 8-10 anni». Oltre all’aumento degli uomini nelle forze armate, bisognerà infatti «sviluppare una capacità difensiva adatta ai tempi. Dunque vuol dire: infrastrutture, addestramento, aumento del numero delle forze armate, integrazioni di vario tipo».