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Putin ha regalato a Trump un ritratto fatto «dal miglior artista russo». Le rivelazioni di Witkoff: «Zelensky? Convochi elezioni» – Il video

22 Marzo 2025 - 17:36 Diego Messini
L'inviato speciale del leader Usa svela i retroscena dei negoziati in un'intervista fiume a Tucker Carlson: «Tra loro vera amicizia, presto intesa sulla fine della guerra»

Non c’è solo la diplomazia sull’Ucraina ad avere riavvicinato Stati Uniti e Russia. Al cuore del rapporto ritrovato tra le due ex superpotenze sta soprattutto l’amicizia personale tra Donald Trump e Vladimir Putin, che si stimano e si scambiano pure plateali gesti d’affetto. A confermarlo nelle scorse ore è stato Steve Witkoff, l’amico e sodale di lunga data cui Trump ha affidato i due negoziati più delicati sul pianeta: quelli su Gaza e quelli tra Russia e Ucraina. Tra una missione internazionale e l’altra, Witkoff ha trovato il tempo per sedersi per oltre un’ora a tu per tu con Tucker Carlson, l’ex conduttore di Fox News icona del popolo MAGA. Se i negoziati sul cessate il fuoco in Ucraina stanno entrando nel vivo, ha detto Witkoff, lo si deve certamente ai segnali che Trump ha mandato a Putin di voler riesumare il loro rapporto, riaprendo quel canale di comunicazione diretta che Joe Biden aveva chiuso dal febbraio 2022. Il capo del Cremlino ha tanto apprezzato la svolta che, ha raccontato l’inviato speciale, «durante il nostro secondo incontro (a Mosca la scorsa settimana, ndr) la cosa s’è fatta personale: Putin ha commissionato un bellissimo ritratto di Trump al miglior artista russo, e me l’ha dato perché lo portassi al presidente. Poi mi ha raccontato che quando hanno sparato a Trump (durante un comizio in Pennsylvania il 14 luglio scorso) lui è andato in chiesa e ha pregato per lui. E non perché era colui che poteva diventare presidente degli Usa, ma semplicemente perché è un suo amico. Ho portato il ritratto a Trump e gli ho raccontato tutto ciò, ed è stato chiaramente toccato», ha riferito Witkoff di fronte a un Carlson quasi commosso: «Ecco la relazione che siamo riusciti a ripristinare attraverso una cosa così semplice come la comunicazione».

La pressione su Zelensky: «Presto elezioni in Ucraina»

Ben più freddo è, come ormai evidente, il rapporto dell’Amministrazione Trump con Volodymyr Zelensky. Certo i due leader hanno ricucito formalmente dopo lo strappo dello scontro alla Casa Bianca, ma la sfiducia nei fatti resta intatta. «Non possiamo semplicemente dare soldi per sempre all’Ucraina perché potrebbero finire in polvere» e perché «non possiamo correre il rischio» di una guerra nucleare, ha sottolineato nell’intervista Witkoff. Che ha detto di aver messo in guardia molti leader europei dal dare a Kiev un messaggio opposto: «Nessuno dice che non dovremmo aiutare l’Ucraina oggi e nella ricostruzione in seguito, ma deve essere a certe condizioni. Vogliamo vedere un business plan chiaro in cambio degli aiuti». A Kiev per il momento comanda Zelensky, ma non è un segreto che gli Usa vorrebbero vedere al timone, possibilmente presto, qualcun altro. «Ci saranno elezioni in Ucraina?», chiede a un certo punto Carlson. «Sì», è la risposta priva di ombre di dubbio del fedelissimo di Trump. S econdo cui, d’altra parte, la stessa questione della risoluzione del conflitto passa in primis da Kiev: «Ci sono questioni costituzionali in Ucraina sulla cessione dei territori, la domanda è “Può Zelensky sopravvivere se riconosce che quelle terre sono state di fatto annesse dalla Russia?”».

Strada spianata verso l’intesa?

Resta il fatto che per Witkoff le chances di un’intesa sulla fine della guerra in Est Europa sono ottime. «Siamo riusciti a far muovere la Russia in modi mai pensati prima, sono ottimista che si arriverà a un’intesa che possa soddisfare tanto gli ucraini quanto i russi, così come gli europei. Certo ci sono tante conversazioni da avere su tutti le diverse situazioni sulla linea del fronte, ma la direzione è quella giusta. Lunedì si ricomincia a negoziare a Gedda con i team tecnici. E Trump e Zelensky hanno avuto l’altro giorno un’ottima conversazione. Abbiamo ridotto le distanze in maniera molto consistente, sono ottimista», assicura l’inviato speciale Usa. Messaggio finale, ovviamente per il leader ucraino: «Ora è il momento migliore per lui per concludere un accordo. Il presidente Trump gli offrirà il miglior accordo possibile che potrà mai ottenere». Carlson annuisce convinto, il popolo MAGA pure.

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