Turchia, il sindaco di Istanbul Imamoglu portato in tribunale. Nuove proteste e scontri, Erdogan contro l’opposizione: «Crea il caos»


La Turchia non si ferma. E scende di nuovo in piazza per protestare contro l’arresto del sindaco di Istanbul, principale rivale del presidente Erdogan. Il maggior partito di opposizione, il Chp, ha convocato per questa sera – sabato 22 marzo – una nuova manifestazione davanti al comune di Istanbul per contestare il fermo di Ekrem Imamoglu, il primo cittadino della città sul Bosforo, in custodia da mercoledì in base a varie accuse tra cui «corruzione» e «favoreggiamento al terrorismo». Da quando Imamoglu è stato arrestato, si sono tenute manifestazioni ogni sera in molte città turche e anche davanti al comune della città su Bosforo, dove venerdì 300mila persone hanno partecipato all’iniziativa e si sono verificati scontri tra i manifestanti e gli agenti di polizia.
Intanto, Imamoglu è stato portato al palazzo di Giustizia dove comparirà davanti ai giudici che decideranno se convalidare il suo arresto o meno. In custodia, il sindaco ha già depositato la sua testimonianza e ha respinto le accuse, definite dallo stesso «infondate» e «immorali». Era già stato messo sotto inchiesta nelle scorse settimane con sei diversi capi di imputazione, tra cui tentativo di influenzare la magistratura, mentre nel 2022 era stato condannato a oltre due anni di carcere per insulto a pubblico ufficiale, in una sentenza che gli vieta anche di partecipare alla vita politica ma è ancora oggetto di inchiesta da parte della corte d’appello che per ora non l’ha confermata.
Erdogan accusa l’opposizione
Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha accusato il maggior partito di opposizione Chp di creare «caos» in Turchia. «A partire da Istanbul hanno tentato di creare tensione nelle nostre città», ha detto Erdogan durante un evento nella città sul Bosforo, trasmesso dalla tv di Stato Trt. «Hanno attaccato le nostre forze di polizia e tentato di minacciare i membri della nostra magistratura», ha aggiunto. Intanto, la prefettura di Istanbul ha dichiarato che «non sarà consentito l’ingresso o l’uscita dalla città a individui, gruppi e veicoli che potrebbero partecipare ad attività illegali, individualmente o collettivamente». In un comunicato pubblicato sul suo sito ha anche vietato manifestazioni politiche fino al 27 marzo, estendendo un divieto imposto già mercoledì quando è stato arrestato Imamoglu.
Musk sospende gli account X dell’opposizione turca
Nel pieno delle proteste scoppiate in Turchia, X ha inoltre sospeso numerosi account riconducibili all’opposizione. A riportarlo è la testata europea Politico, che ha raccolto le denunce di analisti e attivisti locali. Molti dei profili bloccati dalla piattaforma di Elon Musk appartengono a studenti e oppositori impegnati a diffondere informazioni logistiche sulle manifestazioni esplose nonostante il divieto imposto dal governo. «La maggior parte degli account sospesi sono legati a studenti e attivisti universitari che condividevano dettagli sulle proteste e indicazioni sui luoghi di ritrovo», ha spiegato Yusuf Can, analista e coordinatore del Programma Medio Oriente del Wilson Center, indicando che «si tratta per lo più di attivisti con piccoli numeri di follower». Alcuni profili risultano oscurati solo in Turchia. L’attivista Omer Faruk Aslan ha aggirato la censura aprendone un secondo: «Ieri il mio account è stato bloccato su ordine del tribunale perché i tweet avevano superato i 6 milioni di visualizzazioni», ha denunciato. In mattinata proprio su X il ministro dell’Interno Ali Yerlikaya ha annunciato che le autorità hanno identificato 326 profili accusati di incitamento all’odio, 72 dei quali gestiti dall’estero: 54 persone sarebbero già state arrestate a seguito di un’operazione congiunta della polizia e delle autorità di sicurezza informatica. Gli stop sono possibili sulla base della legge turca sui social media del 2022, che concede ad Ankara ampi poteri per bloccare contenuti online.