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Alex/Davide Garufi, TikToker di 21 anni si toglie la vita «per gli insulti sulla transizione di genere»

23 Marzo 2025 - 20:01 Alba Romano
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La procura ha aperto un fascicolo per «istigazione al suicidio». La morte risale a mercoledì 19 marzo a Sesto San Giovanni (Milano)

La procura di Monza ha aperto un fascicolo per «istigazione al suicidio» sulla morte di Alex/Davide Garufi, TikToker di 21 anni, trovato senza vita la sera di mercoledì 19 marzo nell’abitazione di famiglia a Sesto San Giovanni (Milano). Lo rende noto la Repubblica. I carabinieri e la magistratura stanno, infatti, indagando sulle motivazioni che hanno spinto il giovane a compiere il tragico gesto, anche attraverso l’esame dei profili social dove molti utenti hanno denunciato episodi di cyberbullismo legati alla sua identità di genere. A 19 anni il TikToker aveva fatto coming out come donna transgender proprio sulla piattaforma, che negli ultimi anni era diventata uno spazio per condividere con i suoi follower anche il percorso di transizione di genere. Qualche mese dopo aveva, però, deciso di utilizzare il suo nome di nascita, Davide, dichiarando di identificarsi come non binary. Sarebbe stato a partire da questo momento che sotto i suoi post sono comparsi commenti spesso con insulti, ora al vaglio degli inquirenti. I carabinieri hanno sequestrato il telefono col quale venivano realizzati i video su TikTok, anche per avere informazioni su chi fossero i cyberbulli.

SI: «Non è un suicidio, ma un omicidio che ha dei responsabili»

«Dolore e rabbia per la morte di Alex/Davide Garufi, vittima di bullismo transfobico», scrive Sinistra Italiana, che si stringe attorno al dolore dei familiari, amici e follower di Davide (Alex) «che ha avuto il coraggio di fare coming out come donna transgender su TikTok, chiedendo di essere chiamata Alexandra e annunciando con fierezza l’inizio della terapia ormonale. Da quel momento, Alex (Davide) è stata vittima di violenti episodi di bullismo e transfobia, sia online che nella vita quotidiana». Una morte «frutto della cultura tradizionale che trova sostegno nei movimenti anti-scelta e nella destra intollerante», conclude il comunicato. Per Daniele Durante, delegato ai Diritti della segreteria di Sinistra Italiana Milano, la morte della giovane non deve essere considerata «un suicidio», ma «un omicidio» che ha dei responsabili: la nostra società “tradizionale” ed egoista, che non comprende l’impatto devastante del bullismo online su chi è già in un percorso complesso di autodeterminazione». 

Foto copertina: INSTAGRAM

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