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Autovelox, il ministero sospende il decreto che doveva fare chiarezza: «Servono approfondimenti». Cosa succede ora a multe e ricorsi

23 Marzo 2025 - 14:32 Antonio Di Noto
autovelox
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Inviato all'Ue il 21 marzo, il decreto del ministero stabiliva che tutti i dispositivi installati dopo il 13 agosto 2017 avrebbero potuto continuare a funzionare

Il ministero dei Trasporti ha bloccato il decreto che avrebbe dovuto fare finalmente chiarezza sulla questione degli autovelox approvati ma non omologati. Il provvedimento indirizzato a Bruxelles indicava che ogni dispositivo di rilevazione della velocità installato dopo il 13 agosto 2017 non avrebbe dovuto essere sottoposto a verifiche ulteriori in quanto già in linea con le norme vigenti. Un intervento, quello del governo, che avrebbe aiutato i Comuni a ripararsi dalla pioggia di ricorsi presentati dagli automobilisti indisciplinati per chiedere di annullare le multe rilevate dagli autovelox potenzialmente fuori norma. Oggetto del contendere è il processo di omologazione: il 18 aprile 2024 la Corte di Cassazione ha stabilito che le multe per eccesso di velocità non sono valide se gli autovelox utilizzati non sono omologati. Dal suo canto il ministero sostiene che omologazione e approvazione siano processi analoghi.

Il dietrofront del ministero sugli autovelox

Tuttavia, dopo aver inviato il testo all’Unione Europea il ministero torna sui propri passi e avverte: «Sono necessari ulteriori approfondimenti». Il provvedimento avrebbe fatto chiarezza su una questione sollevata dalla Cassazione ma aperta da anni. A essere interessati sarebbero stati moltissimi rilevatori di velocità, che costituiscono però un parte comunque minoritaria del totale. «Le disposizioni transitorie del decreto avrebbero spento automaticamente il 90% degli apparati di controllo della velocità solo in Veneto, ma anche in molte altre regioni, perché approvati prima del decreto ministeriale 282/2017», aveva avvertito il comandante della polizia locale di Verona Luigi Altamura, citato dal Corriere della Sera. Al momento, la nota del ministero non chiarisce se il decreto verrà modificato o riscritto, facendo ripiombare la vicenda nel caos in cui si trova ormai da quasi un anno.

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