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Il regalo di Pino Daniele, ancora una ballad riuscita per Tananai. Che noia Victoria – Le recensioni delle nuove uscite della settimana

23 Marzo 2025 - 21:17 Gabriele Fazio

Lucio Corsi – Volevo essere un duro

È bello guardare il mondo attraverso le canzoni di Lucio Corsi, affondare i denti nei suoi dischi è una gioia infinita, uno di quei comfort moment irrinunciabili, una cioccolata calda mentre fuori piove, la Ipa media alla fine di una dura giornata di lavoro, la pizza sul divano guardando una serie appassionante. Di sicuro si tratta dell’album più atteso della carriera del cantautore toscano, quello dopo l’exploit sanremese, e lui non tradisce le aspettative. È un disco fatto di storie, la vita raccontata tramite il vissuto, terreno, basso, celebrato con la delicatezza istrionica, provinciale, trasognante di un cantautore perfettamente inquadrato nella propria letteratura, che con la sua musica riesce a creare interi mondi nei quali, più che riconoscersi, è possibile proprio fuggire, rintanarsi, crearsi il proprio personalissimo agio. Un mondo dove ognuno di noi, si ha l’impressione, possa essere capito e accettato. Il disco non ha sbavature, perché non possono esserci sbavature quando la narrativa è pensata con tale equilibrio, con tale poderoso incanto nel proprio agire artistico, espresso con una naturalezza e un’onestà che lascia sbigottiti. La stessa limpidezza che abbiamo amato in Volevo essere un duro, la ritroviamo in brani come Sigarette, Il re del rave, Let There Be Rocko, Situazione complicata, Tu sei il mattino, Questa vita e poi naturalmente anche nei due brani che ci hanno rubato il cuore, quelli che brillano un pochino di più: Francis Delacroix, che è un brano geniale, dall’ironia della scrittura alle doppie capriole mortali in termini di composizione; e Nel cuore della notte, il pezzo che chiude il disco e ti lascia con il cuore a pezzi e un sorriso beota sul viso, come di chi a una canzone non può chiedere di più.