La notte di follia di Tony Effe in Costa Smeralda: botte e sprangate ai bodyguard, sassate sul locale. «Se lui non entra vi ammazziamo tutti»


Cinque minuti di violenza purissima, devastante. Una «notte di follia». Tony Effe è indagato insieme ad altri cinque amici per la maxi-rissa cui il gruppo ha dato vita la notte del 18 agosto 2023 in Costa Smeralda. Teatro delle scene il Sanctuary, locale notturno tra i più blasonati della costa sarda amata dai vip. Dell’indagine per rissa aggravata a carico del trapper s’era saputo nei giorni scorsi. Ora però, dai documenti depositati a chiusura delle indagini, emergono i dettagli: inquietanti. Li riporta questa mattina sul Corriere Alberto Pinna. Venerdì sera di piena estate. Anzi notte, notte fonda. Tony Effe e la sua compagnia di amici – soprattutto romani – si presentano al Sanctuary verso le 4 di mattina. La serata è probabilmente già decollata altrove, la discoteca è il piano per concludere la notte di festa. Ma qualcosa va storto. I buttafuori lasciano entrare uno ad uno i vari membri della compagnia, le hostess sono già pronte ad accompagnarli al tavolo, quando uno dei ragazzi viene fermato sulla porta. È Christian Perozzi, 34 anni. Sulla sua fedina penale sta scritta la sentenza pronunciata sul suo conto: è stato condannato a 11 anni per l’omicidio di Alberto Bonanni, un musicista aggredito a bastonate in strada a Roma nel 2011. Non è chiaro se al Sanctuary si rendano conto in qualche modo di chi hanno di fronte. Fatto sta che a Perozzi viene sbarrata la strada del locale, direttamente dal direttore artistico. Apriti cielo.
Le minacce, le botte e le sprangate
Constatato l’«oltraggio», il gruppo di amici, guidato dallo stesso Tony Effe, torna sui suoi passi. Partono le minacce. «Se lui non entra, vi ammazziamo tutti». Gli animi si scaldano, intervengono i bodyguard. Non devono essere nuovi alle intemperanze di qualche vip o presunto tale che si vede «rimbalzato» all’ingresso. Ma questa volta è tutto diverso, anche perché il gruppo di amici è arrivato al Sanctuary già «in condizioni di evidente alterazione». Passano rapidi dalle parole ai fatti, dunque, e scatenano «il finimondo». Botte da orbi, paletti di divisione dei parcheggi divelti e usati come spranghe. Poi la sassaiola sul locale, col lancio di sedie, bicchieri, pietre. Cinque minuti d’inferno, coi clienti e lo stesso staff barricati nella discoteca, nel panico. La notte di follia finisce all’ospedale di Olbia per Tony Effe e i suoi amici. Il cantante non risulta essersi fatto medicare, nonostante risulti ferito. Va peggio a uno dei suoi compagni di violenza, che riporta fratture multiple, e a un addetto alla sicurezza del locale, ferito nel pestaggio: per lui saranno necessari ben 109 giorni di cure. Quanto al locale, già al mattino dopo vengono constatati danni materiali «ingentissimi», cui si dovranno aggiungere quelli degli introiti mancati dovuti alla chiusura per 15 giorni disposta dal questore. Proprio dalla denuncia dei titolari della discoteca nasce l’indagine che ora si è chiusa.
La compagnia dei violenti e la linea di difesa
Degli otto sospettati – per il momento per rissa e danneggiamento, ma non è escluso s’aggiungeranno altri capi d’accusa – per il momento gli inquirenti sono riusciti a identificare cinque persone. Tony Effe è indicato senza dubbi come il «personaggio pubblico promotore della lite». Christian Perozzi è il già condannato per omicidio che gli ha dato manforte dopo il niet all’ingresso in discoteca. E poi, riporta sempre il Corriere, ci sono Morgan Leonardo Moricca, Gabriele Ritano ed Ermes Paolantonio. Questi ultimi due hanno già precedenti per droga. Quanto a Tony Effe, che solo pochi mesi aveva utilizzato l’esclusione dal Capodanno di Roma proprio per i suoi testi (e precedenti) violenti per tentare di rilanciarsi, ora si apre il momento delle scelte in tribunale. Dovrà presto decidere se farsi interrogare dai magistrati, affidare la sua difesa a una memoria o avvalersi della facoltà di non rispondere. Senza contare il resoconto che dovrà dare di quanto accaduto ai suoi fan.