Turchia, il tribunale convalida l’arresto di Imamoglu per corruzione. L’opposizione sfida Erdogan: «Avanti con le primarie»


Dopo oltre sei ore di interrogatorio il tribunale di Istanbul ha convalidato l’arresto del sindaco della città Ekrem Imamoglu coinvolto in un’inchiesta per corruzione che secondo l’opinione pubblica turca sarebbe politicamente motivata dal presidente Recep Tayyip Erdogan con l’obiettivo di escludere dalla corsa alle elezioni il suo principale avversario. Nei confronti di Imamoglu, la corte ha confermato le accuse di corruzione ma non quelle di terrorismo. Queste verranno potenzialmente formalizzate successivamente. Gli inquirenti sostengono che il sindaco della città sul Bosforo abbia supportato il Pkk, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, che la Turchia considera un’organizzazione terroristica.
Le primarie
Nel frattempo, in tutto il Paese non si arrestano le proteste, in corso ormai da giorni, in particolare a Istanbul, la capitale Ankara e Smirne. L’opposizione continua a difendere il proprio candidato alle elezioni del 2028 invitando quante più persone possibile a votare oggi alle primarie del Chp, il Partito Popolare Repubblicano, di cui Imamoglu è tra i principali esponenti. Intanto nella città a cavallo tra Europa e Asia sono state arrestate almeno 323 persone la scorsa notte. Numero simile alle 343 che erano state arrestate la notte precedente. A renderlo noto è il ministro dell’Interno turco Ali Yerlikaya su X, sostenendo che alcuni dei manifestanti abbiano gettato acido contro un agente di polizia. Le immagini delle proteste mostrano la polizia turca che carica i manifestanti, spruzzando gas lacrimogeno e spray al peperoncino e sparando proiettili di gomma. L’ufficio del governatore di Istanbul ha prolungato il divieto di manifestazione fino al 26 marzo e ha imposto restrizioni agli spostamenti in entrata e in uscita dalla megalopoli.