La Walt Disney non cede al pressing anti-woke di Donald Trump. I manager dicono no agli azionisti di abolire le politiche di inclusione


La Walt Disney ha deciso di resistere a Donald Trump e di non cambiare le proprie politiche sulla Diversità, Equità e Inclusione (Dei) come richiesto a gran voce dalla nuova amministrazione americana. La compagnia lo ha chiarito venerdì scorso durante l’assemblea annuale degli azionisti e ha chiesto e ottenuto di bocciare la proposta avanzata da un azionista, Stefan Padfield, direttore esecutivo del Free Entreprise Project che chiedeva al colosso dell’intrattenimento di non partecipare più a pagamento al Corporate Equality Index (Cei) della Human Rights Campaign. L’indice Cei censisce infatti le politiche Lgbtq+ delle grandi aziende e la capacità di inclusione che hanno le loro politiche del lavoro, con il rispetto di tutti i generi. La Walt Disney è sempre stata ai primi posti in quei punteggi, subendo anche roventi polemiche per le sue scelte woke.
Sull’ostilità di Trump alle politiche DEI si erano allineati quasi tutti, da Meta a McDonald’s
Il pressing per abbandonare le politiche DEI e non pagare più la Human Rights Campaign è stato molto forte da parte dell’amministrazione Trump, e ha già sortito i suoi primi effetti. Hanno già abbandonato l’indice Cei disdettando i relativi contratti grandi aziende come la Ford, Meta, Pepsi Cola, Walmart, Toyota, McDonald’s, Accenture, Stanley Black & Decker, Jack Daniels, AT&T e decine di altri grandi gruppi. Il pressing è arrivato anche all’assemblea della Walt Disney, già finita nel mirino nel 2022 per il suo eccesso di politiche aziendali e narrative sulla diversità di genere, con la presentazione di una mozione in cui si accusava la compagnia di avere esagerato, facendo deprimere il prezzo del titolo. La mozione si concludeva con questo testo: «Spingere i bambini a credere di poter nascere nel corpo sbagliato, e che tali convinzioni debbano essere affermate con l’assunzione di bloccanti della pubertà o addirittura con interventi chirurgici sperimentali, a volte all’insaputa dei genitori, è negativo per gli affari; potete aiutare la Disney a uscire da questo business votando a favore della nostra proposta». Ma l’intero board della compagnia si è espresso contro la proposta confermando le politiche fin qui tenute e invitando l’assemblea a fare altrettanto, e a maggioranza la mozione è stata respinta.

Bilancio boom della compagnia nel 2024 con 91,3 miliardi di incassi e 5,7 miliardi di utile
L’assemblea è stata ovviamente l’occasione per celebrare i conti della Walt Disney 2024, un anno che si è chiuso con 91,361 miliardi di dollari di fatturato e un utile netto di 5,7 miliardi di dollari, oltre che con l’incetta di Emmy Awards per le varie produzioni cinematografiche e televisive. Anche il dividendo proposto per gli azionisti (un dollaro per azione) è cresciuto notevolmente rispetto all’anno precedente, come ha ricordato in apertura di lavori il presidente della compagnia, l’americano di origine australiana James Gorman, che per lunghi anni è stato il numero uno della banca di affari Morgan Stanley (ne è ancora il presidente emerito). Successi che sono stati comunque ben pagati ai manager, visto che il CEO della Walt Disney ha ricevuto fra stipendio base e vari premi di risultato 41,114 milioni di dollari, il CFO è stato pagato 24,488 milioni di dollari e il vicepresidente esecutivo 15,8 milioni di dollari.
Nel 2025 dopo Biancaneve arriva un nuovo Avatar insieme ai Fantastici Quattro e Coco

Insieme ai conti l’amministratore delegato della compagnia, Robert Iger, ha anche fatto vedere in un filmato cosa la media company sta preparando per il 2025 e ha commentato: «Guardando al futuro, siamo entusiasti dei nostri titoli in arrivo nelle sale quest’anno, tra cui Biancaneve, che debutta domani, seguito da Elio della Pixar, Thunderbolts e I Fantastici Quattro. I primi passi dei Marvel Studios; Zootopia 2 e lo spettacolare terzo capitolo del franchise Avatar, ‘Avatar: Fire and Ash’. Avendo visto una prima versione del film, posso dirvi che è assolutamente mozzafiato. Quest’anno porteremo al pubblico anche una rivisitazione in live-action del classico d’animazione Lilo & Stitch (…). Sono inoltre lieto di annunciare che la Pixar sta lavorando al sequel del film vincitore del premio Oscar Coco. Anche se il film è solo nelle fasi iniziali, sappiamo che sarà pieno di umorismo, cuore e avventura, e non vediamo l’ora di saperne di più. Per quanto riguarda le serie televisive, quest’anno tornano con nuove stagioni molte delle serie preferite dai nostri fan, tra cui The Bear, Only Murders in the Building e Percy Jackson and the Olympians».
I droidi che porteranno a un nuovo capitolo della saga di Guerre Stellari

Per tutta l’assemblea il CEO della Walt Disney è stato accompagnato da tre piccoli robot che si muovevano con cui Iger spesso dialogava. Agli azionisti ha spiegato: «Questi sono i nostri droidi BDX creati da Imagineering Research and Development e, come potete vedere, hanno molta personalità. Per molti versi, questi droidi sono i diretti discendenti dei primi animatronics audio che Walt e il suo team hanno presentato per la prima volta al mondo più di 60 anni fa, e da allora abbiamo fatto molta strada. I droidi che vedete qui sono in grado di muoversi su terreni accidentati e persino di ballare senza perdere l’equilibrio. Non male. Possono mostrare un’ampia gamma di comportamenti ed emozioni, dalla tristezza alla rabbia, alla gioia. Così va meglio. Sembra che ci siano dei fan di Inside Out 2 qui. Una tecnologia fantasiosa come questa ci permette di espandere le nostre capacità creative e di raccontare le nostre storie in modi nuovi e avvincenti, sia nei nostri parchi che nei nostri film e serie, e il pubblico vedrà presto questi droidi BDX sul grande schermo in The Mandalorian e Grogu di Lucasfilm, in arrivo nelle sale nel 2026».
Raddoppia la compagnia di navigazione per lanciare il marchio nei porti di tutto il mondo
Sono due le catene di business che stanno portando parecchio margine alla Walt Disney. La prima è quella tradizionale dei parchi divertimento (in Europa c’è Disneyland Paris ad esempio), che stanno per essere moltiplicati e ampliati con nuove attrazioni che vengono dai successi più recenti al botteghino. La seconda è la linea di navi da crociera che sta diventando sempre più imponente, riproponendo a bordo quel che si vive nei parchi divertimento e al cinema e portando così il popolare marchio nei porti di tutto il mondo. Ha concluso infatti Iger: «Anche Disney Cruise Line sta crescendo, permettendoci di raddoppiare la nostra capacità di raggiungere milioni di persone in tutto il mondo. L’anno scorso abbiamo varato la spettacolare Disney Treasure, la sesta nave della nostra flotta. Sono in fase di sviluppo altre sette navi da crociera, tra cui la Disney Destiny e la Disney Adventure, il cui varo era previsto per la fine di questo 2025».
Foto copertina: Donald Trump e il presidente di Walt Disney James P. Gorman