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Carmela Mancuso, la signora con i fiori gialli di Papa Francesco e la cromoterapia: «Non significano gelosia»

24 Marzo 2025 - 05:11 Alba Romano
carmela mancuso signora fiori gialli papa francesco cromoterapia
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Per dieci volte è arrivata al Gemelli da Monteverde per salutare il pontefice. E lui ieri l'ha nominata e ringraziata. « I fiori con i loro colori hanno effetti terapeutici. Ho iniziato quasi per caso con una bambina assai grave, le portavo dei fiori e poi rincuoravo i genitori. La piccola fortunatamente è guarita»

Si chiama Carmela Vittoria Mancuso e ha 79 anni. Li ha compiuti a febbraio, ma da ieri è per tutti la signora con i fiori gialli. Ovvero colei alla quale Papa Francesco ha dedicato il primo saluto dopo il ricovero all’ospedale Gemelli. Oggi Carmela parla con i giornali di Jorge Mario Bergoglio. Lei è nata in Calabria a Monterosso (Vibo Valentia), è residente a Reggio. Ha fatto l’insegnante a Treviso e ha un rituale in comune con il pontefice dal Natale del 2017. Da quell’anno partendo da Monteverde, il quartiere dove abita a Roma, prende due autobus per arrivare in Vaticano. O per raggiungere il Policlinico, ogni volta portando di un bel mazzo di fiori.

Il rituale e i gendarmi

Carmela Mancuso è pensionata. È stata insegnante, per trent’anni ha lavorato in Calabria come direttrice didattica in un istituto che comprendeva scuola materna ed elementare. «Sono cattolica come lo era la mia famiglia che ora non c’è più. Dopo la morte dei miei genitori e di mio fratello che aveva una grave forma di handicap, superato tanto dolore, ho deciso di cambiare città e mi sono trasferita a Roma», dice oggi al Corriere della Sera. «Ero venuta al Gemelli per consegnare i fiori ai gendarmi e poi salutarlo da sotto. Però i gendarmi avevano già chiuso la porta, così sono scesa nel piazzale e mi sono ritrovata non lontana dal balcone da cui il Papa ci ha salutato. Ho pensato: i fiori glieli posso offrire così. E stimolare il suo sguardo, anche per testare il recupero. E il suo sguardo è andato su di me, come sempre».

I fiori gialli

I suoi fiori gialli il Papa li ha voluti portare nella chiesa di Santa Maria Maggiore. «Io gli porto sempre dei fiori colorati, anche perché, se non ne ho con me, lui mi chiede “e i fiori dove sono?”. Stavolta ho scelto il giallo perché è bello, non significa gelosia». Non conosce la cromoterapia, specifica con Repubblica, nata nel 1878 grazie all’americano Edwin Babitt: «Ho scelto dei fiori gialli perché mi ricordavano la luce e perché erano tanto allegri; ho pensato che anche i colori potevano dare energia al Papa in questo momento». Francesco l’ha vista e salutata tra 2 mila persone ieri quando si è affacciato al balconcino per la prima volta dopo 38 giorni di malattia. «Vedo quella signora dai fiori gialli. È brava», l’ha ringraziata Francesco accennando a un sorriso.

Dieci volte

Per lei era la decima visita al Policlinico da quando il Papa è ricoverato. Ogni volta con un mazzo di fiori. Sempre gialli. Affidati alla portineria prima di tornare a casa: «A volte erano ranuncoli, altre volte girasoli, stavolta ho scelto delle rose. So bene che regalare rose gialle può significare gelosia, ma questo succede solo tra fidanzati, mentre in questo caso si trattava di rose tea ibride, una tonalità talmente particolare: e facevano subito venire in mente il sole, la luce, il calore, e per me che sono credente il Papa è davvero una luce». E ancora, aggiunge con il Messaggero: «Mi sento indegna del riconoscimento che ho avuto da Papa Francesco, proprio a me che sono una semplice persona, una pensionata, una ex insegnante che per trent’anni ha lavorato in Calabria come direttrice didattica in un istituto che comprendeva scuola materna ed elementare. Sono cattolica come lo era la mia famiglia che ora non c’è più. Dopo la morte dei miei genitori e di mio fratello che aveva una grave forma di handicap, superato tanto dolore, ho deciso di cambiare città e mi sono trasferita a Roma».

Le lacrime

Alla fine Carmela cede alle lacrime: Mi viene persino da piangere adesso, anzi aspetti un attimo che cerco un fazzoletto nella borsa per asciugarmi le lacrime. Sono lacrime di gioia, sa?». Poi mostra i suoi scatti con il Papa: «Ho diverse foto in udienza pubblica mentre lui mi stringe le mani. Ma l’ho fatto anche con Benedetto XVI. Il Papa è il successore degli apostoli, il vicario di Gesù, il simbolo dell’unità della Chiesa. È una figura che va amata e, di conseguenza, se si sa che è in difficoltà bisogna sostenerla. Ecco qui sono a una udienza, qui ad un’altra. Per me sono ricordi bellissimi e intensi».

La cromoterapia

Carmela ha pensato che la cromoterapia potesse funzionare per guarire Bergoglio dalla polmonite bilaterale. «Leggevo sui giornali di quanto soffrisse. I colori aiutano i malati e i fiori che sono un magnifico dono di Dio allargano sempre il cuore. L’ho visto anche con i bambini del Bambino Gesù. I fiori con i loro colori hanno effetti terapeutici. Ho iniziato quasi per caso con una bambina assai grave, le portavo dei fiori e poi rincuoravo i genitori. La piccola fortunatamente è guarita ed è stata una gioia per tutti. Proprio come sta facendo Papa Francesco. Un bellissimo messaggio vero? Oggi non so che dire. Grazie al Signore e al Santo Padre. Non pensavo di essere così vista».

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