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Il caso Yemen scuote gli Usa: «Sicurezza a rischio, ora qualcuno deve pagare». L’imbarazzo di Trump: «Non ne so niente» – Il video

24 Marzo 2025 - 23:48 Simone Disegni
La condivisione in una chat con un giornalista di dettagli sugli attacchi agli Houthi sconvolge l'establishment. Democratici all'attacco: «Ora un'indagine completa»

Dear Sweet Baby Jesus. «Santi numi». La reazione incredula di un ex alto funzionario della Casa Bianca alla Cnn rende l’idea dello shock dell’establishment Usa alla notizia che piani militari del Pentagono sono stati allegramente condivisi in una chat dov’era stato erroneamente inserito pure un giornalista, il direttore dell’Atlantic Jeffrey Goldberg. Una leggerezza costata «solo» una figuraccia internazionale alla Casa Bianca, ma che avrebbe potuto ingenerare rischi reali per le truppe americane, concordano analisti ed ex funzionari di governo. Perfino la Fox – vicinissima all’Amministrazione Trump – non può fare a meno di dare copertura all’inquietante vicenda. Condividendo in una conversazione su Signal i dettagli operativi dell’attacco a venire contro gli Houthi in Yemen, J.D. Vance, Mike Waltz, Pete Hegseth e gli altri pezzi grossi dell’Amministrazione «hanno infranto qualsiasi procedura umanamente sulla protezione di materiale operativo prima di un attacco militare: è un totale collasso di sicurezza», commenta incredulo ancora alla Cnn un ex dirigente dell’intelligence Usa.

Il vicepresidente Usa J.D. Vance presiede al giuramento del segretario alla Difesa Pete Hegseth – Washington, 25 gennaio 2025 (EPA/RON SACHS / POOL)

Il risveglio dei Democratici: «Ora fare chiarezza»

Leon Panetta, ex capo del Pentagono e direttore della Cia, ci mette la faccia e passa alle conclusioni: «Ora qualcuno deve essere licenziato». La pensano allo stesso modo nel Partito Democratico, uscito malridotto dalle elezioni di novembre scorso e che ora prova a rialzare la testa. «Questo tipo di violazioni della sicurezza è il mondo in cui la gente viene ammazzata, in cui i nostri nemici si avvantaggiano e la nostra sicurezza nazionale viene messa in pericolo. Questa gente non è chiaramente all’altezza del lavoro. Serve un’inchiesta completa su come ciò sia potuto accadere e sui danni creati», attacca a testa bassa il leader della minoranza al Senato, Chuck Schumer. Incredula pure Hillary Clinton, che fu fatta a pezzi da Trump e dai suoi anni fa proprio per una presunta fuga di notizie riservate dalla sua e-mail di segretaria di Stato.

La reazione di Trump e i conti interni

Dalla Casa Bianca, per il momento, si fa buon viso a cattivo gioco. «Non ne so nulla, comunque l’Atlantic non mi piace per nulla, è una rivista fuori mercato», replica alla domanda di un cronista Donald Trump, che dice di apprendere del caso in quel preciso momento. Il che può lasciar intendere che i conti «interni» verranno regolati. Può il leader repubblicano tollerare una figuraccia interna e internazionale del genere? E come prenderà la palese dissociazione da una scelta di politica estera Usa fatta in quella chat dal vice J.D. Vance, che ai colleghi dice a più riprese di non condividere affatto la scelta di bombardare gli Houthi («nessuno ha idea di chi siano»; «odio fare un favore all’Europa»)? Si vedrà nei prossimi giorni. Per ora a far scudo al capo della Casa Bianca interviene la portavoce Karoline Leavitt. «Come ha detto il presidente Trump, gli attacchi contro gli Houthi sono stati molto efficaci e di successo. Il presidente continua ad avere la massima fiducia nel suo team per la sicurezza nazionale, incluso il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz», fa sapere in serata Leavitt. Difficile finisca qui.

In copertina: Donald Trump col suo vice J.D. Vance alla cerimonia d’insediamento della nuova Amministrazione a Capitol Hill – Washington, 20 gennaio 2025 (EPA/RICKY CARIOTI / POOL)

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