«Mia madre sfigurata e piena di buchi per la liposuzione, ora vogliamo giustizia»


Simonetta Kalfus, 62enne di Ardea (Roma), ex dirigente Unicredit, era andata da poco in pensione quando è morta. Era l’11 marzo 2025: all’ospedale Grassi di Ostia dopo 12 giorni di agonia. Secondo i medici è morta per un’embolia. Ma sul corpo aveva una serie di infezioni. E aveva appena subito un’operazione di liposuzione in un ambulatorio privato a Cinecittà. La procura di Roma, con la pm Chiara Capezzuto, ha iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo il chirurgo Carlo Bravi e due suoi colleghi. La figlia Eleonora racconta che la madre «era piena di buchi, anche sul collo, sotto il mento».
Lifting e addominoplastica
Simonetta Kalfus aveva fatto interventi di lifting e addominoplastica ma non nel centro in cui è morta. «Il giorno prima che morisse abbiamo sporto denuncia ai carabinieri di Ardea. Ormai era chiaro quale sarebbe stato l’epilogo». Nel colloquio con Giuseppe Scarpa Eleonora dice che la famiglia non conosceva i dettagli dell’operazione ma ha ricostruito tutto attraverso le chat su Whatsapp: «Inizialmente l’operazione doveva essere limitata ai glutei. Invece le hanno tolto grasso ovunque». La madre, secondo il genero Danilo Pizi, «non era una sprovveduta. Si informava, era molto scrupolosa nella scelta. Controllava sempre, cercava professori esperti. Si è fidata di un amico anestesista».
Francesco Iandimarino
Si tratta di «Francesco Iandimarino, che ha partecipato all’intervento. È la stessa persona che, quando Simonetta stava sempre più male, la mattina del 14 marzo l’ha presa di peso e l’ha portata all’ospedale Grassi. Mia moglie l’ha trovata direttamente in rianimazione e la madre ormai non la riconosceva più». Il prezzo dell’intervento «non lo sappiamo. Abbiamo controllato i conti correnti, non risultano pagamenti in uscita. Se ha pagato, l’ha fatto in contanti». Cosa chiedete ora? «Giustizia. Vogliamo soltanto giustizia. Non si può morire così».