Usa, Trump e i dazi contro le auto: «Necessari in caso di guerra». Colpiti anche prodotti farmaceutici e alluminio


Dazi, dazi e ancora dazi. La politica del presidente americano Donald Trump è ormai chiara: chiunque è anche solo vagamente percepito come una minaccia o come «ostile» viene colpito nella sua economia. Dalla Casa Bianca fa sapere che «nel prossimo futuro» annuncerà tariffe su auto, alluminio e prodotti farmaceutici. L’obiettivo sarebbe quello di nazionalizzare al massimo la produzione in questi settori, una scelta «necessaria se ci saranno problemi in futuro, comprese le guerre». Dazi hanno sferzato anche le economie di Canada, Messico, Unione europea, Cina. Ora anche il Venezuela. Lo ha annunciato lo stesso tycoon sui social media, comunicando l’imposizione di «tariffe secondarie» sul petrolio e sul gas di Caracas. In poche parole, qualunque paese voglia acquistare quei prodotti dal Venezuela dovrà pagare una tassa del 25% su qualunque scambio commerciale con Washington. Il motivo? Caracas avrebbe «inviato di proposito e con l’inganno negli Stati Uniti, sotto copertura, decine di migliaia di criminali di alto livello, molti dei quali sono assassini e persone di natura molto violenta».
La gang di narcos Tren de Aragua e i dazi di Trump
L’accusa è ovviamente tanto pesante quanto non verificabile. In particolar modo, quella riferita a Tren de Aragua, una delle più potenti e capillari organizzazioni di narcotraffico che operano nel Sud America e negli Stati Uniti. Proprio Tren de Aragua, ha scritto il presidente americano, è stata designata «organizzazione terroristica straniera». E il tentativo, come già dimostrato nelle scorse settimane, è quello di «riportarli in Venezuela». Intanto, però, il governo e l’economia di Caracas saranno messe sotto il giogo di tariffe aggiuntive dal 2 aprile 2025, che – ha sottolineato Trump – «è il giorno della liberazione in America».
— Trump War Room (@TrumpWarRoom) March 24, 2025