L’articolo di Slay News non conferma la bufala del WEF “contrario alla coltivazione di ortaggi in casa”


Torna in auge una vecchia bufala, in versione «rinnovata», già smentita da Open Fact-checking il 16 ottobre 2024: il World Economic Forum (WEF) avrebbe chiesto di vietare la coltivazione di ortaggi e altri alimenti in casa. La falsa notizia è stata rilanciata dal sito Slay News in un articolo datato 16 marzo 2025, che riporta le stesse affermazioni infondate, ma aggiunge un nuovo elemento alla narrazione.
Per chi ha fretta:
- E’ tornata a circolare la bufala secondo cui il World Economic Forum (WEF) vorrebbe vietare la coltivazione di ortaggi e altri alimenti in casa per raggiungere gli obiettivi Net Zero.
- La falsa notizia è stata rilanciata dal sito Slay News, citando un presunto studio già smentito nel 2024.
- Non esiste alcun documento ufficiale del WEF che proponga o sostenga un divieto simile; la novità di questa versione è il collegamento fuorviante alle C40 Cities, una coalizione di città impegnate nella riduzione delle emissioni, le cui proposte non prevedono alcun obbligo o restrizione sull’autoproduzione alimentare.
Analisi
L’articolo di Slay News, secondo cui il WEF avrebbe proposto di vietare il cibo “fatto in casa” per raggiungere l’obiettivo “Net Zero”, è stato condiviso su Facebook con il seguente commento:
L’ULTIMA FOLLIA DEL WEF: VIETARE ORTI E GIARDINI, MA PER LORO LE GUERRE VANNO BENE. SPECIALMENTE SE CONTRO LA RUSSIA

Slay News ricicla, e non conferma, la vecchia bufala
La notizia è una rielaborazione di una bufala già smentita da noi nell’ottobre 2024, quando alcuni siti complottisti, tra cui lo stesso Slay News, avevano diffuso la falsa tesi secondo cui il WEF stava conducendo una campagna per vietare gli orti domestici. L’accusa era priva di qualsiasi riscontro ufficiale, proprio come oggi. Il nuovo articolo, datato 16 marzo 2025, ripropone lo stesso allarme infondato, ma aggiunge un nuovo elemento sensazionalistico, sostenendo che il presunto divieto farebbe parte di una strategia per raggiungere l’obiettivo “Net Zero”. La narrazione fa leva sulla disinformazione già diffusa in passato, collegandola in modo fuorviante alle iniziative del C40 Cities Climate Leadership Group (C40), una coalizione di città impegnate nella riduzione delle emissioni di carbonio. Tuttavia, le indicazioni del C40 non sono obblighi imposti ai cittadini, ma semplici scenari teorici per esplorare soluzioni sostenibili.
Un allarme infondato sul Wef e gli ortaggi
Non c’è alcuna proposta concreta, né da parte del World Economic Forum (WEF) né dalle città appartenenti alla coalizione C40, che preveda il divieto dell’autoproduzione alimentare. Non esiste infatti alcun documento ufficiale prodotto dal Forum di Davos che contenga una proposta del genere o ne suggerisca l’adozione. Al contrario, il WEF ha più volte discusso di strategie per garantire la sostenibilità alimentare e la sicurezza delle risorse agricole, evidenziando in numerose occasioni il ruolo positivo che l’agricoltura urbana e la coltivazione domestica possono avere nel contrastare l’insicurezza alimentare e nel mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico. Il sito Slay News, noto per la diffusione di contenuti sensazionalistici e teorie del complotto prive di fondamento, ha dunque sviluppato il proprio articolo utilizzando tecniche di disinformazione ormai consolidate. Ad esempio, mancano riferimenti concreti a documenti ufficiali del WEF che possano confermare le affermazioni riportate, appoggiandosi invece a uno studio già smentito, nel tentativo di dare maggiore credibilità alla narrazione proposta. Inoltre, il testo adotta un linguaggio volutamente allarmistico, il cui scopo principale è quello di suscitare indignazione tra i lettori piuttosto che fornire informazioni verificate e supportate da fonti attendibili.
Conclusioni
L’idea che il WEF voglia vietare la coltivazione di ortaggi in casa è una bufala già smentita in passato. L’articolo pubblicato da Slay News e ricondiviso su facebook si basa su affermazioni infondate e su una manipolazione dei fatti, con lo scopo di alimentare sfiducia e indignazione.
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