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Nuova tegola dalla chat sullo Yemen. Vance: «Odio salvare l’Europa». E Trump lo sostiene: «Sono d’accordo, sono parassiti»

25 Marzo 2025 - 22:19 Ugo Milano
trump parassiti
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Il presidente Usa sdrammatizza la portata della fuga di notizie sui piani per bombardare gli Houthi. E si schiera con JD Vance: «Il direttore dell'Atlantic? Un viscido»

Dopo le polemiche sulla chat social del Pentagono che conteneva i piani di guerra in Yemen, condivisa per errore con il direttore della rivista Atlantic, ne sta per arrivare un’altra che potrebbe riservare noie diplomatiche più gravi. Nella chat emergono frasi pronunciate dal vicepresidente J. D. Vance e dal segretario alla Difesa Pete Hegseth non carine nei confronti degli europei. «Non sopporto di dover salvare di nuovo l’Europa», scrive Vance a proposito di un raid Usa contro gli Houti. «Condivido pienamente il tuo odio per il parassita europeo, è patetico», gli ha risposto Hegseth. E a peggorare il tutto ci si è messo lo stesse presidente Donald Trump che ha dichiarato: «Sono d’accordo, sono parassiti (gli europei, ndr). Lo sono stati per anni, ma non li biasimo, biasimo Biden», ha dichiarato il presidente americano Donald Trump riferendosi agli scambi commerciali e ai dazi. 

«Un viscido che fa male agli Stati Uniti». Così, Trump oggi definisce il direttore dell’Atlantic Jeffrey Goldberg, coinvolto all’interno di una chat di gruppo su Signal, altamente classificata, tra il capo del Pentagono, il vice presidente americano JD Vance e altri funzionari di primo piano. Parlando con i giornalisti alla Casa Bianca il presidente ha anche accusato il giornalista di «farsi pubblicità con la storia della chat del Pentagono». A inizio marzo, Goldberg ha scoperto di essere entrato in un gruppo chiamato “Houthi PC small group” di cui facevano parte i più alti funzionari del Pentagono e della sicurezza americana. Per giorni i membri della chat, ignari della presenza del direttore, si sono scambiati messaggi che includevano informazioni precise sui tempi degli attacchi, sulle armi che sarebbero state utilizzate, persino discussioni sul morale dei soldati, nonché nuove stoccate all’«Europa parassita». In pratica, non era solo un gruppo di pianificazione logistica ma un luogo di scambio sui processi decisionali attorno alle imminenti azioni militari. Per gli esperti la fuga di notizie potrebbe avere conseguenze di vasta portata sulla sicurezza nazionale, la segretezza operativa e l’integrità della pianificazione militare e non sarebbe mai dovuta accadere. Eppure per Trump non c’è nulla di cui preoccuparsi: «La nostra sicurezza nazionale è più forte che mai, abbiamo un gruppo incredibile», ha detto il tycoon rispondendo a una domanda dei giornalisti. «Nessuna informazione classificata è stata condivisa», ha ribadito il presidente. Non solo: il tycoon ha, inoltre, detto di essere d’accordo con Jd Vance nel giudizio secondo cui gli europei «sono parassiti». «Lo sono stati per anni, ma non li biasimo, biasimo Biden», ha aggiunto il presidente americano riferendosi agli scambi commerciali e ai dazi.

Trump perdona Waltz

Se da una parte Goldberg è un «viscido», «Michael Waltz è un brav’uomo: ha imparato la lezione». Con queste scarne parole Donald Trump perdona il suo Consigliere per la sicurezza nazionale per il pasticcio mondiale combinato sui bombardamenti in Yemen, spifferati in anteprima in una chat. Parlando al telefono con Nbc, il presidente Usa riconosce che i suoi hanno commesso un errore – nella chat incriminata erano attivi pure il vice J.D. Vance, il segretario alla Difesa Pete Hegseth, quello al Tesoro Scott Bessent e il capo dello staff della Casa Bianca Susie Wiles – ma ne sdrammatizza la portata. «È stato l’unico intoppo in due mesi, e alla fine non è stato grave», si difende. Con buona pace di chi – dai Democratici alla comunità di sicurezza e intelligence Usa – grida allo scandalo per le violazioni dei protocolli di sicurezza e la minaccia generata per le truppe in prima linea.

Per Trump contano i fatti, e cioè che la presenza di Goldberg nella chat, alla fine fine, non ha avuto «alcun impatto» sull’operazione militare contro gli Houthi poi condotta il 15 marzo. Ma che idea s’è fatto di come sia stato possibile che un giornalista, per di più inviso alla Casa Bianca, sia stato inserito in una conversazione tanto delicata, chiede al presidente Usa Nbc? Stando a quanto sin qui ricostruito, risponde Trump, a invitare Goldberg nella chat Signal non sarebbe stato Michael Waltz in persona, ma uno dei suoi collaboratori: «Uno dei membri dello staff di Michael aveva il telefono e ha aggiunto quel numero», spiega il leader Usa.

Foto copertina: ANSA / WILL OLIVER

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