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«Ai figli in automatico solo il cognome della madre». L’idea di Dario Franceschini sul doppio cognome: come funziona oggi

25 Marzo 2025 - 14:12 Antonio Di Noto
dario fraceschini cognomi
dario fraceschini cognomi
Nel 2022 la Corte Costituzionale ha eliminato l'automatismo che assegnava il solo cognome del padre ai neonati. Da allora però in Parlamento la legge è ferma al palo. Così l'ex ministro, oggi senatore del Pd, prova a dire la sua

Ai figli dovrebbe essere assegnato automaticamente il cognome della madre e non quello del padre. A proporlo è il senatore del Partito Democratico Dario Franceschini. Per ora solo a voce, ma, assicura il l’ex ministro, presto diventerà una vera e propria proposta di legge che verrà presentata al Senato, dove questa mattina era in corso una discussione sul doppio cognome. «Anziché creare infiniti problemi con la gestione dei doppi cognomi o con la scelta tra quello del padre e quello della madre – sostiene Franceschini – dopo secoli in cui i figli hanno preso il cognome del padre, stabiliamo che dalla nuova legge prenderanno il solo cognome della madre. È una cosa semplice e anche un risarcimento per una ingiustizia secolare che ha avuto non solo un valore simbolico, ma è stata una delle fonti culturali e sociali delle disuguaglianze di genere».

Come funziona il doppio cognome in Italia

La proposta di Franceschini mira a colmare un vuoto legislativo che dura da anni. In Italia non c’è una norma che stabilisca quale cognome deve essere assegnato ai nuovi nati. Mentre il Senato discute, a fare giurisprudenza è una sentenza della Corte Costituzionale del 27 aprile 2022. Ormai tre anni fa la Consulta ha stabilito che la regola sulla base di cui ai figli veniva assegnato automaticamente il cognome del padre era discriminatoria e lesiva dell’identità del figlio. I genitori hanno dunque la possibilità, all’atto di nascita, di scegliere di comune accordo quale o quali cognomi assegnare al proprio bambino. Possono decidere dargli solo il cognome del padre, solo quello della madre, o entrambi, anche specificando un ordine determinato tra i due. Sarà l’intervento del legislatore, se e quando arriverà, a normare o cambiare la prassi.

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