La 13enne bullizzata e con una disforia di genere: «Mia figlia si sente maschio. Nelle chat incitavano a bruciarla»


Una 13enne di Modena ha raccontato ai genitori di essere vittima di bullismo. E loro hanno letto una chat dei suoi compagni e compagne di classe: «Meglio dissanguata e vederla soffrire», «Bruciamola», «Sei talmente codarda che ora scrivi anche in privato», «Fai schifo». La madre ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera: «Tutto inizia l’anno scorso, in gennaio, quando mia figlia faceva la seconda media. Con mio marito ci siamo accorti che era diventata più silenziosa. Si era allontanata dalle amiche e stava molto in casa. Poi, un po’ per volta, si è aperta e si è confidata facendoci vedere gli screenshot di una chat di un social network, Helopal, dove tutti pubblicano commenti in forma anonima con dei nickname».
La migliore amica
«Erano parole pesantissime. Ci ha anche detto che sapeva chi c’era dietro. La ragazzina più coinvolta era una sua cara amica, la compagna di classe con la quale legava di più», dice nel colloquio con Andrea Pasqualetto. Le due «avevano avuto qualche screzio che evidentemente è esploso così, sui social, come fanno loro senza rendersi conto delle conseguenze». A quel punto la madre ha chiamato la mamma dell’altra ragazzina: «Le ho spiegato la situazione. Devo dire che è stata molto gentile perché ne ha parlato subito con la figlia. Poi mio marito è andato a fare denuncia alla polizia postale e si sono mossi anche loro. Con grande tatto. Sono andati a scuola a parlare ai ragazzi di questa terza spiegando le ripercussioni che possono avere certe parole. Mia figlia non partecipava più alle attività scolastiche, qualche volta non andava nemmeno a scuola. I professori mi avevano detto che durante l’intervallo se ne stava seduta da sola…».
Rock, Metal, Bowie
La ragazzina era considerata una diversa «perché si veste in modo totalmente diverso dalle compagne, perché ascolta musica diversa, non la pop italiana ma rock, metal, David Bowie. Ha un’anima decisamente artistica». E c’entra anche l’identità di genere: «Dopo questi atti di bullismo ha iniziato un percorso con la psicologa ed è venuta fuori una disforia di genere. Mia figlia si sente maschio. Con noi ha fatto coming out, con gli amici e i compagni di classe non ancora». Averne parlato «ha fatto tutta la differenza perché si è liberata di un grande peso e adesso è molto più forte. Possiamo dire che il peggio è passato. L’anno prossimo cambierà scuola e sarà tutta un’altra esperienza. Per il momento rimane lì e cerca una convivenza, si è riavvicinata all’amica. È più tranquilla ma qualche giorno fa è però successo un fatto spiacevole». Sarebbe? «È andata da McDonald’s con la nonna e ha trovato praticamente tutta la classe che non l’aveva invitata. E così ha preso qualcosa take away ed è tornata a casa».