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Morte di Maradona, colpo di scena al processo: arrestato l’ex bodyguard. Le chat in aula che lo hanno incastrato

26 Marzo 2025 - 12:10 Ugo Milano
maradona morte arresto guardia corpo
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Julio Coria è tra le persone che avrebbero tentato di rianimare il Pibe il 25 novembre 2020. Le versioni contrastanti fornite in diverse testimonianze gli sono valse l'arresto

La guardia del corpo di Diego Armando Maradona, Julio Coria, è stato arrestato nell’aula del tribunale durante la quinta udienza del processo sulla morte del Pibe, scomparso il 25 novembre 2020 a Buenos Aires. Il 43enne, che era presente nella casa nel momento del decesso di Maradona e avrebbe tentato di salvarlo con manovre di rianimazione, è accusato di falsa testimonianza. Secondo i giudici, «nonostante per tre volte gli fosse stato ricordato di essere sotto giuramento», avrebbe mentito ripetute volte nella ricostruzione di quanto avvenuto il giorno della morte del Diez.

Il doppio racconto della morte di Maradona

Due forti contraddizioni rispetto alle precedenti deposizioni in aula, a cui si è aggiunta una chat su Whatsapp con il neurochirurgo Leopoldo Luque, imputato per omicidio con dolo insieme a altri sette tra medici e infermieri. Julio Coria, di fronte alla Corte penale di San Isidro, ha ripercorso per la terza volta cosa era successo in quei giorni. Ha raccontato delle ultime parole di Maradona, la sera prima della morte per un edema polmonare: «Mi ha baciato e mi ha detto: “Vai a riposare tranquillo”». E ha poi raccontato delle complicazioni di salute del Pibe durante la mattina del 25 novembre. Secondo la guardia del corpo, sarebbero intervenuti con manovre di rianimazione l’infermiera Dahiana Gisela Madrid e la psichiatra Agustina Cosachov (entrambi indagati). Le due «si alternavano». Nelle prime due testimonianze, però, Coria non aveva parlato di Cosachov e del suo coinvolgimento attivo negli ultimi istanti di vita di Maradona: «Non l’ho detto prima perché non me l’hanno chiesto o potrei averlo ignorato in quel momento».

L’amicizia (negata) con il neurochirurgo

In secondo luogo, Coria ha sostenuto di «non aver mai visto una conversazione tra Luque (il neurochirurgo, ndr) e Jana Maradona», figlia di Diego. Una posizione prontamente smentita dai procuratori, che hanno mostrato ai giudici una serie di chat tra alcuni degli indagati in cui loro stessi ammettevano la presenza della guardia del corpo durante un incontro tra Jana e lo specialista. Coria ha invece insistito, dicendo di non aver mai avuto nessun contatto con Luque né durante il ricovero né nella casa del Diez. I due, invece, si sarebbero sentiti varie volte, scambiandosi anche un invito per un barbecue. Il 43enne, accusato di falsa testimonianza, è stato ammanettato su ordine dei giudici e portato direttamente in carcere.

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