La Stampa: «Strigliata di Meloni a Salvini e Tajani». La premier smentisce: «Mai intimato di abbassare i toni»


«Capisco tutto, i congressi e i sondaggi, ma è ora di darsi una calmata». È il messaggio che Giorgia Meloni avrebbe recapitato oggi ai co-leader di maggioranza, Matteo Salvini e Antonio Tajani, nel corso del vertice di questa mattina dedicato alla politica estera. Secondo diverse ricostruzioni di stampa, nel serrare i ranghi sulla linea su Europa, Usa e Ucraina, la premier avrebbe premuto sugli alleati per cessare il fuoco amico: quello politico. «Basta litigi a mezzo stampa, se avete qualcosa da dirvi, telefonatevi, parlatevi, non rispondetevi con questi toni in pubblico», avrebbe detto la premier secondo La Stampa. «È arrivata l’ora di abbassare i toni. Non dobbiamo prestare il fianco alle opposizioni su questioni cruciali come Europa, Usa e Ucraina, perché loro sono più divisi di noi e rischiamo di ricompattarli», le parole del tutto affini riportare dal Corriere. Nei giorni scorsi la premier aveva perso la pazienza per i continui distinguo soprattutto di Salvini: «Tollererò fino al 5 aprile, poi se non la smette gli svuoto il partito», la minaccia di Meloni all’alleato-rivale riferita da fonti FdI.
La smentita di Meloni
In serata è, però, arrivata la smentita della premier: «L’Ufficio Stampa della Presidenza del Consiglio smentisce categoricamente le ricostruzioni giornalistiche relative alla riunione odierna a Palazzo Chigi con i Vicepresidenti del Consiglio – si legge nella nota -. In particolare, si precisa che il Presidente Meloni non ha mai intimato ai Vicepresidenti Tajani e Salvini di “abbassare i toni”, come alcuni media hanno erroneamente riportato. L’incontro, come da Nota diffusa dopo la conclusione, ha al contrario confermato la salda convergenza dei leader sui temi trattati», conclude il comunicato.
La linea comune sull’Ucraina
Al vertice di oggi era presente pure il ministro della Difesa Guido Crosetto – segno che la premier voleva tutti i dirigenti di primo grado impegnati nel definire la linea sulla politica estera e di difesa. Troppo importante e delicato in questa fase – coi dazi in arrivo, le bordate quotidiane dell’Amministrazione Trump e i negoziati Russia-Ucraina appesi a un filo – tenere il filo del rapporto con gli alleati. Troppo strategico il vertice a Parigi sulla difesa di giovedì per arrivarci internamente divisi. A vertice concluso Palazzo Chigi ha puntato il dito sull’unità apparentemente ritrovata tra alleati sottolineando come l’incontro «ha permesso di ribadire che non è prevista alcuna partecipazione nazionale ad una eventuale forza militare sul terreno» ucraino. Diverso sarebbe il discorso, è la precisazione, in caso di futura attivazione di una missione a guida Onu di monitoraggio del cessate il fuoco: scenario questo, invece, «che il Governo italiano sostiene da tempo».
In copertina: Giorgia Meloni con Antonio Tajani e Matteo Salvini a Palazzo Chigi in una foto d’archivio (ANSA/FABIO FRUSTACI)