Piani di guerra in chat, l’ammissione di Waltz (con complotto annesso): «Ho sbagliato io. Ma il giornalista è riuscito a inserirsi»


Il caso della chat su Signal con i piani di guerra contro gli Houthi nello Yemen condivisa dall’amministrazione di Donald Trump con il direttore di The Atlantic Jeffrey Goldberg fa una vittima. Mike Waltz si è assunto la responsabilità di aver inserito il direttore di The Atlantic nella chat riservata del Pentagono sugli attacchi agli Houthi. In un’intervista a Fox news il consigliere di Donald Trump ha ammesso di «aver sbagliato» pensando che si trattasse di «qualcun altro». Ma ha anche insinuato che Golberg «in qualche modo sia riuscito a farsi strada nel gruppo Signal».
Il complotto ed Elon Musk
Waltz ha sostenuto di aver avuto il numero sotto un altro nome «per un errore del suo staff». Di cui lui tuttavia «si assume la piena responsabilità. È ovvio che non ho visto questo sfigato nella chat». ha aggiunto il consigliere di Trump riferendosi al direttore dell’Atlantic. Ma Waltz ha cercato anche di delineare una specie di teoria del complotto alla base dell’aggiunta. E ha sostenuto che adesso chiederà aiuto a Elon Musk: «Andremo fino in fondo. Con lui abbiamo la migliore tecnologia a disposizione per capire cos’è successo».
Gli account che sembrano rappresentare il vicepresidente JD Vance, il segretario di Stato Marco Rubio, Hegseth, Ratcliffe, Gabbard, il segretario al Tesoro Scott Bessent, il capo dello staff della Casa Bianca Susie Wiles e alti funzionari del Consiglio per la sicurezza nazionale sono stati riuniti nel gruppo di chat, ha scritto Goldberg lunedì. Gabbard ha ammesso che era all’estero durante la chat, sebbene abbia rifiutato di dire se stesse usando un telefono privato. La Casa Bianca ha cercato di minimizzare l’incidente. La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha accusato Goldberg di aver reso sensazionalistica la storia in un post su X.
I piani di guerra
Intanto la direttrice dell’intelligence nazionale Tulsi Gabbard e il direttore della CIA John Ratcliffe, entrambi presenti nella chat, hanno testimoniato davanti al Comitato per l’intelligence del Senato che nessun materiale classificato è stato condiviso nella chat di gruppo su Signal. Secondo Goldberg nel messaggio erano «comprese informazioni su obiettivi, armi che gli Stati Uniti avrebbero schierato e sequenza di attacco». Il comitato ha pianificato un audit dello scambio. La rivelazione di lunedì ha suscitato indignazione e incredulità tra gli esperti di sicurezza nazionale e ha spinto i democratici, e alcuni dei colleghi repubblicani del presidente, a chiedere un’indagine su quella che hanno definito una grave violazione della sicurezza.
La reazione di Trump
Trump ha detto che l’amministrazione avrebbe esaminato l’uso di Signal. Ha detto che non pensa che Waltz debba scusarsi. Un ex funzionario statunitense ha detto a Reuters che i dettagli operativi per le azioni militari sono solitamente classificati e noti solo a poche persone al Pentagono. Tali informazioni top secret sono solitamente conservate su computer che utilizzano una rete separata. Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Brian Hughes ha affermato lunedì che il gruppo di chat sembrava autentico. Le informazioni sensibili non dovrebbero essere condivise su app commerciali per telefoni cellulari. Inoltre, la capacità di Signal di cancellare le conversazioni violerebbe le leggi che regolano la conservazione dei registri governativi.
Trump ha poi definito Jeffrey Goldberg un «pazzo», e ha assicurato che «a nessuno importa» cosa pubblica The Atlantic. «Sta facendo del suo meglio» ed «è un brav’uomo», ha detto il presidente americano a proposito di Waltz, sostenendo, durante un colloquio con la stampa alla Casa Bianca, che quest’ultimo non ha nulla di cui scusarsi.