Sequestrata la sala operatoria di Carlo Bravi, il chirurgo che ha operato Simonetta Kalfus. La morte dopo la liposuzione: «Sono disperato»


Il chirurgo indagato per la morte di Simonetta Kalfus in seguito a una liposuzione, è «disperato». Ad affermarlo è lui stesso. «Dire che sono disperato per quanto accaduto è dire poco», ha infatti dichiarato Carlo Bravi, medico che ha operato Kalfus, 62enne deceduta l’11 marzo 2025, 12 giorni dopo l’intervento. Le parole del chirurgo – citate dal Messaggero – arrivano mentre i Nas effettuano i controlli nella clinica privata di via Tito Labieno, Cinecittà, dove la donna era stata operata. La sala operatoria è stata sequestrata. Nelle stesse ore, sono in corso i funerali della vittima ad Ardea, in provincia di Roma. Il medico – che era già stato condannato in primo grado dopo un altro intervento con cui, nel 2017, aveva deformato il seno di una donna a cui aveva promesso un ingrandimento fino alla quarta taglia – rigetta la versione della procura, che lo indaga per omicidio colposo.
Il chirurgo di Simonetta Kalfus: «Aspettiamo le indagini»
A chi gli chiede come sia stato possibile che la sua operazione abbia provocato la morte di Kalfus per Sepsi, Bravi risponde così. «Chi lo dice che le cose siano andate così? È uscita solo la versione della procura. Ci sono comunque le indagini in corso». Assieme a lui sono indagati altri due medici, anche loro accusati di omicidio colposo. Gli inquirenti vogliono capire se le condizioni del luogo dell’operazione fossero a norma. Verranno analizzate anche le cartelle cliniche della donna nei diversi ricoveri per ricostruire il suo percorso clinico. Per ora, appare chiaro che nonostante i precedenti di malasanità denunciati, Bravi potesse effettivamente continuare a operare, dato che in assenza di una sentenza definitiva, non era stato radiato dall’ordine dei medici. Pochi giorni fa, è emerso che in Italia ci sono 900 medici radiati che continuano a lavorare.