Stretta sui diplomifici, 1 milione contro le droghe e una speranza per i docenti idonei. Cosa c’è nel decreto Scuola in arrivo


Sono in arrivo importanti novità per il mondo della scuola nel decreto che sarà presentato domani in Consiglio dei ministri. Qualcosa potrebbe muoversi per i docenti idonei ma non vincitori, ovvero coloro i quali hanno superato i concorsi Pnrr nel 2020 e nel 2023 e hanno raggiunto il punteggio minimo, ma non sono rientrati tra i vincitori di cattedra. Docenti che da mesi protestano contro l’assenza di graduatorie trasparenti, come riportato in un’inchiesta di Open. L’articolo 2 della bozza del decreto scuola prevede ora che nei concorsi banditi dal 2023 le graduatorie saranno integrate, per un triennio, con i candidati idonei. La misura interviene su una problematica reale: in diverse regioni, come Lombardia e Piemonte, molti posti sono rimasti vacanti a causa della carenza di candidati. Questa integrazione – stando alle cifre nella bozza attuale – dovrebbe essere pari al massimo al 30% dei posti a concorso e sarà utilizzata per coprire le cattedre vacanti dopo le assunzioni ordinarie.
L’elenco regionale e l’ordine di selezione
Dall’anno scolastico 2026-2027, gli idonei dei concorsi banditi dal 2020 potranno chiedere l’inserimento in un elenco regionale aggiornabile annualmente, dal quale si potrà attingere solo in caso di esaurimento delle graduatorie ordinarie. Il criterio di assegnazione seguirà l’ordine cronologico dei concorsi sostenuti e il punteggio ottenuto dai candidati. Come sarà costituito questo elenco, verrà definito con un decreto del ministero dell’Istruzione e del Merito entro il 31 dicembre di ciascun anno. Inoltre, se un vincitore ha già un incarico annuale nella stessa regione e classe di concorso, viene confermato in ruolo sulla stessa sede. L’obiettivo è garantire una maggiore copertura delle cattedre vacanti, riducendo il ricorso alle supplenze e assicurando la continuità didattica.
Lotta contro la droga
L’articolo 8 della bozza di decreto introduce un finanziamento di 1 milione di euro per il 2025 destinato alla formazione dei docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado. L’obiettivo è prevenire l’uso di sostanze stupefacenti, le dipendenze comportamentali e il disagio giovanile. Queste risorse, attualmente iscritte nel Fondo nazionale di intervento per la lotta alla droga presso la presidenza del Consiglio, verranno trasferite al bilancio dello Stato e poi riassegnate al ministero dell’Istruzione e del Merito, che si occuperà dell’attuazione dei percorsi formativi.
La stretta sui diplomifici
Nelle scorse ore, il ministro Valditara stesso ha annunciato che il Consiglio dei ministri di domani approverà una norma ad hoc contro i diplomifici. «Vogliamo una scuola seria, dove i diplomi non si regalano, e questa norma deve entrare subito in vigore», ha detto sottolineando che il disegno di legge precedentemente presentato stava procedendo troppo lentamente. Nella bozza del decreto spunta infatti una stretta per le scuole paritarie, dopo che in due anni sono state revocate oltre 400 parità per irregolarità. Tra le principali novità, viene limitata l’attivazione delle classi terminali collaterali: per ogni indirizzo, sarà consentita una sola classe terminale aggiuntiva, previa autorizzazione dell’Ufficio scolastico regionale, e solo se richiesta entro il 31 luglio dell’anno scolastico di riferimento.
Il decreto mira a fermare il fenomeno della “piramide rovesciata”, in cui ci sono molte classi finali e poche nelle fasi iniziali dei corsi. Gli studenti potranno sostenere esami di idoneità per un massimo di due anni scolastici consecutivi, con la supervisione di un presidente esterno nominato dall’Ufficio scolastico. Un altro cambiamento riguarda l’introduzione obbligatoria della pagella elettronica e del registro online per tutte le scuole paritarie, al fine di garantire una gestione più trasparente delle presenze degli studenti e del loro percorso scolastico. L’adozione di questi strumenti sarà un passo fondamentale per monitorare e migliorare la qualità dell’insegnamento nelle scuole non statali.