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Arrestato di nuovo Franco Alfieri, l’ex presidente della provincia di Salerno e il blitz della Dia: l’accusa sul lido promesso a un camorrista

27 Marzo 2025 - 11:17 Ugo Milano
franco alfieri salerno clan marandino
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Già in manette lo scorso ottobre per turbativa d'asta, l'ex collaboratore di Vincenzo de Luca è accusato di aver concesso il mantenimento di uno stabilimento balneare in cambio di una raccolta voti

Una raccolta voti per sostenere la candidatura a sindaco di Capaccio Paestum, nel Salernitano, in cambio dell’ex lido Kennedy, sottoposto a decreto di sequestro e ordinanza di demolizione. È finito in manette Franco Alfieri, ex presidente della Provincia di Salerno e ex primo cittadino di Capaccio Paestum, durante un blitz antimafia condotto tra Campania e Abruzzo. Sono in totale dieci gli indagati a cui sono contestati a vario titolo i reati di voto di scambio elettorale politico mafioso, detenzione e cessione di armi da guerra da sparo, favoreggiamento personale, estorsione aggravata dal metodo mafioso e tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso. Lo scorso 3 ottobre Franco Alfieri, ex collaboratore del presidente della Campania Vincenzo De Luca, era già stato arrestato nell’ambito di un’indagine su presunti appalti truccati. L’inchiesta aveva costretto il politico, ai domiciliari, a dimettersi da sindaco e da presidente della Provincia.

Il voto di scambio e l’attentato dinamitardo

Torchiara, Capaccio Paestum, Terni, Baronissi: tutte cittadine in provincia di Salerno. E poi Sulmona, intorno a L’Aquila. Queste le località al centro del blitz richiesto dalla Direzione distrettuale antimafia e ordinato dal tribunale di Salerno. Al centro delle indagini ci sarebbero anche consiglieri comunali di maggioranza di Capaccio Paestum e imprenditori locali. Tra questi Roberto Squecco, condannato per associazione a delinquere di tipo mafioso perché esponente del clan Marandino e noto per aver organizzato una sfilata di ambulanze locali per festeggiare la vittoria delle elezioni comunali di Alfieri. Nel mirino degli investigatori ci sarebbe infatti la candidatura di Franco Alfieri a sindaco di Capaccio nel 2019. L’ex primo cittadino avrebbe promesso a Squecco e alla sua ex moglie Stefania Nobili il mantenimento del lido Kennedy, sequestrato e già in parte demolito per motivi di sicurezza. Per evitare l’abbattimento completo, l’imprenditore avrebbe utilizzato le sue conoscenze (in particolare un vigile urbano e un dipendente del comune) per arrivare a Mariarosaria Picariello, assessora dimissionaria alle Politiche sociali, e minacciarla. Queste minacce furono immediatamente riferite ad Alfieri, contro cui Squecco avrebbe poi commissionato ad alcuni pregiudicati di Baronissi un attentato dinamitardo.

FdI: «Sistema torbido e corrotto. Ora il Pd cosa dice?»

«Bisogna andare fino in fondo, ora che è saltato il coperchio con vicende gravissime che sul territorio erano note da tempo». Così Antonio Iannone, senatore di Fratelli d’Italia e segretario della Commissione antimafia. «Il sistema Cilento non è soltanto una fetida storia di corruzione. I nuovi arresti per mafia di Alfieri e componenti della sua amministrazione evidenziano uno scenario torbido che va oltre il perimetro del Cilento. Il Pd nazionale e locale ora cosa dice?».

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