La Lega frena, il deputato Candiani no: «Dialogo europeo? Vaff…!»


Quando si varca la soglia della buvette di Montecitorio, si ha subito la sensazione di entrare in una terra di nessuno, un piccolo luogo dove le regole imposte dalle alleanze, dalle intese perdono di vigore e lasciano il posto alla sincerità, ai pensieri “di pancia”. La chiamano “buvette”, un termine dal fascino francese, ma si tratta del bar che si trova in fondo al Transatlantico, dove i politici si muovono freneticamente tra una seduta e l’altra in Aula, stringono mani e scambiano parole veloci, «Tutto bene in famiglia?», si chiedono reciprocamente. Ed è proprio qui, lontano dai riflettori, che si sfilano la maschera. Basta fermarsi al bancone, fare attenzione a qualche chiacchiera tra deputati, per capire quanto i toni cambiano nel breve tragitto che separa la buvette dall’Aula della Camera. Appena un centinaio di metri. Ed è quello che è accaduto ieri, tra i deputati leghisti che si prendevano un caffè al bancone, come racconta la Stampa, che riporta le battute antieuropee di Stefano Candiani, scambiate con qualche collega. Non è la prima volta che l’uomo di Salvini, scelto per esportare il modello del Carroccio nel Sud Italia, si trova al centro di una polemica o si lascia andare a insulti. O a risse. Come il «sta zitta, gallina» rivolto a una deputata dem o il «Vai a cag…» a Gaetano Amato dei Cinquestelle. Ma stavolta Candiani si discosta dalla linea tracciata dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: «Dialogo europeo? Vaff…!»
La linea di Meloni
Ieri è stata una giornata particolarmente frenetica a Montecitorio, ma anche a Palazzo Chigi. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha convocato i vicepremier per ricordare a Salvini che la linea sulla politica estera spetta a lei definirla insieme ad Antonio Tajani. Durante il colloquio, avrebbe chiesto si smetterla con «gli attacchi a Bruxelles, basta parole violente contro altri Capi di Stato europei», rivolgendosi in particolare all’alleato leghista che negli ultimi tempi ha attaccato a più battute, e duramente, il premier francese Emmanuel Macron e il Piano di riarmo europeo. Dopo il vertice Salvini si ridimensiona, anche se dal governo arrivano forti smentite sul fatto che sia stato richiamato all’ordine in qualche modo, non tutti i parlamentari però ritengono di seguirlo, a cominciare da Stefano Candiani.
Le frasi di Candiani alla buvette
Candiani non sembra proprio intenzionato ad aprirsi al dialogo con l’Europa e a seguire la linea dettata da Meloni. «Dialogo europeo? Vaff…!», dice ai collegi davanti a un caffè. E poi continua: «Tutti a sinistra mi parlano dell’Unione europea e mi dicono che dovremmo essere uniti per proteggere l’Europa dai dazi americani, però quando c’è da parlare del sistema fiscale unico europeo, ogni Paese si fa gli affari suoi». La cosa non gli va giù: «Mi fa specie che a sinistra parlino della difesa del manifesto di Ventotene e non si rendano conto che l’atteggiamento dell’Europa avuto finora è contrario proprio a quel che c’è scritto in quel manifesto», riporta la Stampa. Per rendere meglio l’idea, si lascia anche a qualche riferimento cinematografico: «Com’era quello sketch di Gigi Proietti… quello in cui fa l’avvocato alla scrivania con il suo cliente? Ah sì! L’avvocato dice: “Qua ce li inc…, qua ti si inc…, qua ce li inc…, qua ti si inc…”. E il cliente: “Scusi, avvocato, ma com’è che quando ce li inc… siamo sempre in due, ma a prenderla in c… sono sempre da solo?” Ecco, questo accade in Europa».