«The Passion», primo ciak italiano ad agosto. Cosa sappiamo dell’atteso seguito del colossal di Mel Gibson: «Un trip psichedelico»


Si comincerà dagli studi di Cinecittà, per poi spostarsi a Matera e infine nei paesi di Ginosa, Gravina Laterza e Altamura. Tutto pronto per una nuova megaproduzione hollywoodiana in Italia e non si tratta di un titolo qualsiasi, bensì de La Resurrezione di Cristo, sequel de La passione di Cristo. Dietro la macchina da presa naturalmente ancora Mel Gibson. Secondo indiscrezioni, Gesù sarà interpretato nuovamente da Jim Caviezel, mentre Maia Morgenstern e Francesco De Vito rivestiranno i ruoli di Maria e Pietro. «Un trip psichedelico, non ho mai letto nulla di simile. Si si sono messe insieme delle buone menti per la scrittura, ci sono anche delle cose folli. Penso che per raccontare davvero la storia in modo appropriato si debba iniziare con la caduta degli angeli, trovarsi in un altro posto, in un altro mondo. Si deve andare all’inferno». Con queste parole Mel Gibson, ospite qualche tempo fa di Joe Rogan, il più famoso podcaster del mondo, aveva definito e raccontato la sceneggiatura.
La Passione di Cristo: incassi, curiosità e critiche
La Passione di Cristo è uscito nelle sale di tutto il mondo nel 2004 e si tratta del film indipendente con il più alto incasso di tutti i tempi, quasi 612 milioni di dollari. Indipendente perché a produrlo (30 milioni di dollari) fu lo stesso Mel Gibson con la sua Icon Productions, dato che nessuna major si volle imbarcare in questo progetto. Il film racconta la sofferenza di Gesù fino alla crocifissione, in maniera talmente cruda da aver attirato numerose polemiche e creato non pochi danni fisici al protagonista, che ne uscì con una cicatrice di 35 centimetri sulla schiena dopo una frustata e due interventi al cuore legati a quel lavoro, senza considerare le otto ore di trucco giornaliere e un’ipotermia durante le riprese a causa del freddo dell’inverno affrontato vestito da Gesù. Molti lo hanno definito un film antisemita e la critica rimase sempre un po’ fredda nei confronti dell’opera, così come l’Academy, che concesse tre nomination per trucco, fotografia e colonna sonora, ma senza nessuna statuetta portata a casa.