«Mia figlia si è tolta la vita a 15 anni. Ora ho paura di guardare nel suo telefono e scoprire la verità»


Mirna Mastronardi era la madre di Dea. La 15enne si è tolta la vita il 4 ottobre del 2024 a Pisticci in provincia di Matera. Dea studiava al liceo scientifico di Policoro. E la madre non sa ancora perché sua figlia «dopo aver riso a scuola, dopo aver studiato tutto il pomeriggio, dopo aver preparato lo zaino e dopo aver chiesto alla nonna le bombette siciliane» si è uccisa. A La Stampa dice che «vivevamo in simbiosi, dividevamo anche il lettone, notti a farci confidenze. Poi è arrivato il buio, mai lo avrei immaginato». E adesso, sostiene con Elisa Forte, «ho paura di scoprire quello che sarà rilevato sul telefonino di Dea».
Il sequestro
Il cellulare, fa sapere Mastronardi, «è stato sequestrato, c’è un’indagine. Penso alla scatola nera, al caso della ragazzina britannica che si è tolta la vita nel 2017. Ho trovato grandi similitudini, si è uccisa allo stesso modo e senza che nessuno immaginasse che stesse vivendo un disagio. Sono terrorizzata da quello che posso trovare sul telefonino. Si può scoprire un mondo spaventoso, la loro gabbia». La figlia «spesso si metteva le cuffiette sull’altalena nel giardino di casa. Oggi mi chiedo cosa ascoltasse per farle sembrare questo mondo così brutto». La morte di Dea «ha riempito le nostre vite. I compagni di liceo hanno chiesto di lasciare in aula il suo banco. Ci hanno sistemato una piantina e l’hanno riempito di frasi. Lei voleva essere accettata, alle medie ha avuto problemi di isolamento doloroso. Era molto brava: è stata emarginata».
I problemi
«Dea mi ha trasformata: da donna single trasgressiva a donna e mamma tenera. Mi ha dato la forza di portare avanti una gravidanza avvenuta per miracolo a 35 anni. È stata concepita con un uomo che amavo non riamata. Mai avrei rinunciato a lei. Fui licenziata. Mi rimboccai le maniche mentre nasceva questo nuovo mondo fatto di me e di lei», spiega ancora Mirna. «Lei era il nucleo della mia esistenza, l’unico per sempre della mia vita, quel per sempre da cui sono sempre fuggita nella sfera sentimentale e lavorativa. Siamo cresciute insieme. Ora sono sola, con Mia, la sua gatta».
La lettera alla premier
Mastronardi ha anche scritto una lettera a Giorgia Meloni: «Le ho raccontato delle famiglie monoreddito o di single. Sono tanti nella mia condizione: un lavoro part-time, senza aiuti. E di tanti ragazzi che non si sentono all’altezza in questo mondo -vetrina governato dai social». La premier l’ha chiamata. «Nessun premier maschio lo avrebbe fatto. Mi ha chiamata lei direttamente. Ero incredula e frastornata. Ho pianto. Mi ha capita, mi sono sentita abbracciata. Mi ha raccontato il suo essere figlia di una donna sola. Ha detto che ha un paio di idee da mettere in campo».