Elly Schlein al vetriolo su Giorgia Meloni: «Ormai è il cavallo di Troia di Trump e Musk in Europa»


L’ennesima strizzatina d’occhio della premier Giorgia Meloni agli Stati Uniti di Donald Trump, proprio ora che i dazi Usa stanno per abbattersi come una mannaia sull’economia italiana, vissuta con sconcerto dal Pd. E a prendersi la responsabilità dell’affondo, dopo l’intervista di questa mattina della premier al Financial Times, è la segretaria Elly Schlein: «Giorgia Meloni ha scelto di indossare il cappellino MAGA (Make America Great Again, ndr), ammainando da Palazzo Chigi la bandiera italiana e quella europea». A maggior ragione al termine di una settimana in cui Washington e Bruxelles si sono guardate in cagnesco, dopo che nelle chat segrete tra funzionari americani – pubblicate dal The Atlantic – il vicepresidente JD Vance aveva definito gli europei «dei parassiti». La segretaria dem fa il verso alle parole consegnate dalla premier al quotidiano britannico: «Giorgia Meloni vada dire a loro: “State calmi, ragazzi, ragioniamoci”».
Meloni, Vance e «i parassiti europei»
Al centro delle polemiche tra Chigi e Nazareno c’è in particolare un passaggio dell’intervista, in cui la premier Meloni si dice «d’accordo» con le posizioni sull’Europa del vicepresidente americano Vance. Non, beninteso, sul presunto «parassitismo», ma sulla valutazione del grado di libertà d’espressione in Ue scandita da Vance a metà febbraio alla Conferenza di Monaco. «L’Europa si è allontanata dai suoi valori più fondamentali», aveva detto il vice di Trump. Meloni ha ribadito di concordare: «Lo dico da anni, l’Europa si è un po’ persa». Lette dopo gli affondi di Vance in chat coi “colleghi”, quelle parole però a Schlein fanno venire l’urticaria: «Meloni ha scelto di difendere l’interesse nazionale, però quello americano. Anzi quello di Donald Trump e Elon Musk», ha detto. «E invece è un problema enorme per l’interesse nazionale italiano se la presidente del Consiglio sceglie di dare ragione a chi, come Vance, dà dei parassiti agli europei, insultando quindi anche noi italiani, dopo giorni di imbarazzante silenzio».
La questione dazi: «Meloni è uno strumento di oligarchi americani»
Altro tema scottante è ovviamente la questione dazi, sempre di più all’ordine del giorno con la promessa americana di applicare tariffe su tutte le auto non di produzione americana. Una decisione protezionistica su cui, però, la premier Meloni ha invitato a riflettere: «A volte ho l’impressione che rispondiamo semplicemente d’istinto. Su questi argomenti bisogna dire: “Mantenete la calma, ragazzi. Pensiamoci”». L’attendismo meloniano per Elly Schlein è invece ingiustificabile: «Meloni dovrà spiegare perché ha scelto Trump come “primo alleato”, quando il prossimo 2 aprile entreranno in vigore i dazi Usa del 25% sulle nostre merci, sulle nostre eccellenze, che pagheranno le imprese, i lavoratori e le famiglie italiane». E ha continuato: «Vada a dire a loro “state calmi, ragazzi, ragioniamoci”. Il governo si sta trasformando giorno dopo giorno nel cavallo di Troia dell’amministrazione Trump all’interno dell’Unione Europea, in uno strumento degli oligarchi americani utilizzato nel nostro continente per fare i loro interessi».