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L’incontro in carcere tra Massimo Bossetti e Alberto Stasi: «Indagini fatte col c**o, ora i giudici devono pagarla»

28 Marzo 2025 - 15:11 Ugo Milano
alberto stasi massimo bossetti innocenza
alberto stasi massimo bossetti innocenza
Il muratore condannato all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio ha raccontato a Telelombardia di credere nell'innocenza dell'ex fidanzato di Chiara Poggi. E di «capire cosa ha vissuto»

C’è una persona che crede fermamente che Alberto Stasi non sia il responsabile dell’omicidio di Chiara Poggi e che stia scontando ingiustamente la pena a 16 anni di reclusione. E, come tante altre, crede che quella condanna sia frutto di un errore giudiziario. A queste convinzioni, aggiunge anche di aver incontrato Stasi nel carcere di Bollate, alle porte di Milano, e di essersi intrattenuto varie volte con lui. Si tratta di Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’omicidio della 13enne Yara Gambirasio. Alla fine, sostiene ora Bossetti parlando a Telelombardia, le loro due storie «non sono così diverse». Entrambi condannati per omicidio, entrambi nel penitenziario lombardo per una presunta svista dei giudici. «Mi basta la mia emblematica, assurda e vergognosa situazione per comprendere quello che ha vissuto Stasi, quanto pure su di lui sia accaduto», sono le sue parole.

Bossetti attacca i magistrati: «Indagini fatte con il c**o, si devono vergognare»

«Ci sono persone che si innamorano di una tesi o di un’indagine. Che sia giusta o sbagliata, chi se ne frega, quella è e quella rimane». L’attacco di Bossetti è diretto duramente a una magistratura che, come sostiene qualcuno riguardo al caso di Garlasco, si sarebbe ostinata a guardare solo una faccia della medaglia, una parte della storia. «Certi personaggi del tutto incompetenti dovrebbero pagare per i propri errori, per le indagini fatte col culo. Si vergognassero piuttosto che esercitare un ruolo che gli appartiene. Ma purtroppo viviamo in un Paese dove chi di dovere non ti dà la possibilità di poterti difendere».

Gli incontri con Stasi e la certezza della sua innocenza: «Ma tanto non interessa a nessuno»

E proprio a Telelombardia, il muratore condannato per l’assassinio della piccola Yara racconta di aver «convissuto momenti assieme a Stasi» nel penitenziario di Bollate. E, in qualche modo, di essersi preso a cuore la sua storia: «Come si fa a non seguire il caso di Alberto Stasi, se ne parla giorno e notte nei tg e nelle trasmissioni, e meno male che se parla». Anche perché, aggiunge Bossetti parlando di sé e di Stasi: «Ricordiamoci sempre che in questa realtà carceraria esistono persone che hanno commesso un illecito, ma esistono purtroppo anche persone recluse da innocenti. Ma questo non interessa a nessuno».

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