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Carlo Bravi, il chirurgo che ha operato Simonetta Kalfus: «Non sono un incosciente»

28 Marzo 2025 - 06:29 Alba Romano
Simonetta Kalfus madre sfigurata roma unicredit
Simonetta Kalfus madre sfigurata roma unicredit
Altri due medici indagati per la sua morte

Per la morte di Simonetta Kalfus dopo un intervento di liposuzione sono stati iscritti nel registro degli indagati tre medici. Sono il chirurgo che ha effettuato la liposuzione, un anestesista amico della donna, e un medico dell’ospedale di Pomezia che la rimandò a casa. Il 6 marzo scorso Kalfus, 62 anni, si è sottoposta all’operazione in una clinica privata di Roma. Dopo giorni di dolori è andata al pronto soccorso ma viene dimessa subito. Poi è morta. Oggi Carlo Bravi, il chirurgo di 73 anni che l’ha operata, parla con il Messaggero: «Anche io voglio che si indaghi sulla morte della mia paziente e che si faccia chiarezza. Non sono un incosciente, sono disperato per quello che è accaduto».

Carlo Bravi

Bravi era in studio quando sono arrivati i carabinieri del Nas. Che hanno effettuato accertamenti nella sua sala operatoria. Poi intorno alle 14.30 con una valigetta carica di documenti, si è allontanato con la propria macchina. «Sono stremato – dice – è stata una giornata difficile ma anche io voglio che si arrivi alla verità. Quello che è accaduto mi ha distrutto, non ci sono parole per spiegarlo». Secondo lui «quello che è emerso fino a oggi è solo una parte della storia, quella stabilita fin qui dalla Procura. Chi lo ha detto che non mi sono accorto della gravità della situazione? Ecco perché sono il primo che vuole che venga fatta luce e chiarezza sulla morte di Simonetta. Quello che voglio precisare – aggiunge il chirurgo – è che non sono un incosciente. Sono distrutto per quello che è accaduto ma c’è un’indagine in corso che chiarirà ogni aspetto».

La morte di Simonetta

A far partire l’inchiesta (lo scorso 18 marzo) è stata la figlia della 62enne, Eleonora Rivetti. Risale invece al 2017 la denuncia di un’altra paziente che si era sottoposta a un intervento al seno: «Ho 40 anni di professione alle spalle, molti dei quali trascorsi in pronto soccorso. Non sono un incosciente e ho una carriera da difendere». Dopo i malori Simonetta è stata portata al pronto soccorso del Sant’Anna di Pomezia, una clinica privata accreditata dalla Regione Lazio. Ma è stata rimandata a casa con antidolorifici e antibiotici. Forse il medico ha scambiato la sepsi con dolori post-operatori. La mattina del 18 marzo il ricovero all’ospedale Grassi di Ostia. Ma dalla terapia intensiva Kalfus non è più uscita. È morta senza riprendere conoscenza.

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